lunedì 9 aprile 2012

Disperazione

Disperazione e Dio.
Quale risposta? Bel quesito.


All'uscita dalla Veglia Pasquale, con alcune amiche ho iniziato a parlare della disperazione che sta attanagliando molti, spingendo alcuni addirittura al suicidio.
Io, con la mia vita tranquilla, ho riportato tutto alla lontananza da Dio e alla mancanza di fede.
La circolarità degli eventi, vista da quaggiù, 
in antitesi con lo sguardo alle cose meravigliose di lassù, 
mi fa sembrare la storia sempre uguale.
Tutto torna, bisogna saper aspettare.
Nel frattempo, secondo me, bisognerebbe imparare, ogni giorno, qualcosa di nuovo.
Insomma: crescere verso la sapienza, invece che accumulare stoltezza.


Ma, subito, ecco, le amiche:
non capisci, la gente sta male sul serio, come si fa a dire ad un disperato di credere e pregare Dio, a te non manca nulla, non hai problemi, ti viene facile pontificare e via così..........



Io? Ovvio! Senso di colpa a manetta, tra me e me inizia un massacro:
devo imparare a stare zitta, effettivamente come posso giudicare, non merito nulla, perchè io sì e altri no........ loop stra-negativo (la notte della Risurrezione!, senza parole)


Ci penso e ci ripenso, parla che ti riparla, ieri mi viene detto:
ma figurati, l'importante è che tu non neghi il fatto che la tua vita è un dono e ringrazi di questo.
Oggi leggo:
nella passione e resurrezione di Gesù l'unica cosa che è davvero morta e sepolta, per un cristiano, è la paura.
Non ha più ragione di esistere, perché il Risorto è sempre presente e continua a camminare nella nostra quotidianità.
Per questo non si può più avere paura degli altri, del futuro, delle malattie, delle guerre....
Bisogna - invece- essere gioiosi e grati.


Mia deduzione:
io - ora - ho scoperto un tesoro fantasmagorico e non posso far altro che gridarlo ai quattro venti, 
tanto non ci sto dentro, tanto la mia anima ha una spinta espansiva.
Devo ricordarlo anche ai sofferenti, di qualsiasi tipo: è mio compito, non posso far finta di nulla.
Loro stanno partecipando alla sofferenza redentrice di Cristo ed io dovrei baciar loro i piedi.
E' difficile, lacerante, devastante, ma dovrebbero saperlo, hanno una dignità a molti negata.
E quando succederà a me, se succederà? 
Spero di ricordarmi tutto questo, di essere ben rannicchiata sotto la Roccia. 
Mi impegno, ma nulla posso senza la Sua grazia. Chi lo sa? 
Ma il futuro non deve farmi paura, io ora sto con Cristo.
E non posso colpevolizzarmi di quello che vivo ora.
Mio compito, ora, è la gioia, e devo gioire ed esultare ed entusiasmarmi.
Perché tutto è grandioso.
E pregare ed offrire la mia gioia ed il mio amore misero e miserrimo a Gesù.
Dio non resiste all'amore, è amore.
E, chissà: arriverà un Cinereo o una Veronica ad aiutare qualche mio fratello disperato.
Oppure, una sera, nella sua disperazione, dal baratro della Sua caduta, 
si ricorderà di guardare verso l'alto e chiedere aiuto all'unico che non rifiuta nulla a chi si rivolge a Lui con cuore sincero, pentito, colmo di fede.
Le vie del Signore sono a me nascoste, 
ma la Sua esuberanza nel venirci incontro è addirittura spettacolare.


Dammi occhi per vedere il tuo Volto ed orecchie per ascoltare la tua Voce, sempre.














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