giovedì 26 aprile 2012

Star bene

Pensavo:
- se uno sta bene fisicamente non è detto si senta bene, potrebbe essere depresso, triste, scontento
- se uno è forte di spirito, invece, non c'è malattia che lo stenda.
Beh, è una cosa interessante su cui meditare....


È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla (Gv 6,63)

Benedetta Bianchi Porro nasce nel 1936 a Dovadola, piccolo paese in provincia di Forlì, e muore a Sirmione nel 1964, a ventisette anni, consumata da una terribile malattia.

E' una straordinaria figura di giovane santa del nostro tempo, intelligente e sensibile, innamorata della vita e umanamente tanto ricca da legare a sè schiere di amici. 

Benedetta lotta caparbiamente contro il proprio male cercando di realizzare il suo sogno: diventare medico e consacrarsi all'aiuto degli altri.
A diciassette anni si iscrive alla facoltà di Medicina a Milano, ma sarà costretta ad arrendersi dopo aver sostenuto l'ultimo esame del corso.
E' un calvario indicibile il suo, in cui, con il progredire della malattia, si alternano momenti di sconforto e straordinari slanci di entusiasmo di fronte ai doni dell'amicizia, alle bellezze del creato, alla percezione sempre più intensa della vicinanza di Dio. 
Infine, è proprio nel mistero della croce, mistero di amore e di dolore, che Benedetta trova una ragione alle proprie sofferenze e attinge la forza per viverle e accettarle con serenità.
Benedetta è stata dichiarata venerabile nel 1994 e non sembra lontano il giorno in cui verrà proclamata beata.



Come mai


883 






Professione e Vocazione - Guglielmo di Saint-Thierry

pto 25
... Questa è dunque la vostra professione: cercare il Dio di Giacobbe, non nella maniera comune di tutti, ma cercare il volto stesso di Dio, quello che vide Giacobbe quando disse: Ho visto Dio a faccia a faccia e la mia anima è stata salvata.

pto 26
Cercare il volto di Dio, cioè cercare di conoscerlo faccia a faccia come lo vide Giacobbe e di cui l’Apostolo dice: Allora conoscerò perfettamente come anch’io sono conosciuto. Adesso vediamo come in uno specchio e in modo confuso, allora, invece, faccia a faccia e come Egli è; cercare sempre il suo volto in questa vita, con l’innocenza delle mani e la purezza del cuore, questo è il vero sentimento religioso, che, come dice Giobbe, è il culto di Dio. 
Chi non lo possiede, ha ricevuto invano la sua anima; 
vive, cioè, inutilmente o non vive affatto, poiché non vive di quella vita per la quale, proprio per vivere di essa, ha ricevuto l’anima sua. 
.....
(dalla Lettera d'Oro)



Lo scopo della vita - S. Ignazio di Loyola


PRINCIPIO E FONDAMENTO.
L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la
salvezza; 
le altre realtà di questo mondo sono create per l'uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. 
Da questo segue che l'uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. 
Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto
quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l'onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati.

(dagli Esercizi Spirituali)

mercoledì 25 aprile 2012

Basta poco

Vasco Rossi - La compagnia




La visita al SS. Sacramento


LA DIMORA AMOROSA CHE FA GESÙ SUGLI ALTARI NEL SS. SACRAMENTO
Venite ad me omnes qui laboratis, et onerati estis, et ego reficiam vos (Matth 11,28)
Sant'Alfonso Maria de' Liguori


PUNTO I
Il nostro amante Salvatore, dovendo partire da questo mondo, dopo di aver colla sua morte compita l'opera della nostra redenzione, non volle lasciarci soli in questa valle di lagrime. "Niuna lingua è bastante (dicea S. Pietro d'Alcantara), a poter dichiarare la grandezza dell'amore, che Gesù porta ad ogni anima; e perciò volendo questo sposo partire da questa vita, acciocché questa sua assenza non le fosse cagione di scordarsi di lui, le lasciò per memoria questo SS. Sagramento, nel quale Egli stesso rimanea, non volendo che tra ambedue restasse altro pegno per tenere svegliata la memoria ch'Egli medesimo". Merita dunque da noi grande amore questo gran tratto d'amore di Gesù Cristo; e perciò in questi ultimi nostri tempi Egli ha voluto che s'istituisse la festa in onore del suo SS. Cuore, come si porta rivelato alla sua serva suor Margherita Maria Alacoque, affinché noi rendessimo co' nostri ossequi ed affetti qualche contraccambio alla sua amorosa dimora che fa sugli altari: e così insieme compensassimo i disprezzi che in questo Sagramento d'amore Egli ha ricevuti e riceve tuttavia dagli eretici e da' mali cristiani.
Gesù si è lasciato nel SS. Sagramento, 1. per farsi trovare da tutti; 2. per dare udienza a tutti; 3. per far grazie a tutti. 

martedì 24 aprile 2012

In autostrada

Stavo facendo zapping radiofonico, in autostrada, 
quando mi è capitato di ascoltare una canzone di quelle troppo romantiche, 
strappalacrime, di amore totale, eterno, perdonami, mai più, solo tu, ma fa nulla, 
l'importante è che tu sei felice, ecc....


Dato che io sono veramente flippata con Nostro Signore, 
cioè per me è veramente troppo tutto,
mi è sorto questo pensiero:
la fede, la conoscenza, l'ascolto devono
portarmi all'innamoramento totalizzante per Lui.
Fino a non pensare a me, 
a che fine farò, 
a quale sarà il mio destino, 
ma pensare solo a Lui, 
a chi è, 
a come farlo felice, 
anche se non ha bisogno di me,
perchè sarò sempre io ad aver bisogno di lui.
Essere felice che ci siano state e ci sono e ci saranno 
persone degne di essere chiamate Sue amiche per davvero, 
perchè è un grande, 
perchè è Dio, 
perchè è bello, 
perchè è giusto, 
perchè ha pietà dei deboli,
perchè ha fatto tutto, 
perchè tutto è Suo, 
perchè si è spogliato, 
perchè ha lottato, 
perchè è morto, 
perchè non è stato vinto, 
ma ha vinto.
E' ben vivo.
Ed io mi sono girata per troppo tempo dall'altra parte.
Ed è giusto che io lo ammiri da lontano, 
non merito di stare così vicina, 
ma grazie a tutti quelli che fin da subito sono stati così intelligenti 
da rendergli grazie, 
da amarlo, 
da farlo felice.
Perchè è Dio, ma è uomo.
E, sono certa, 
adora sorridere, 
essere cantato,
essere amato.

Adele - Something like you


Abbandonarsi all'umorismo

Ieri sera, tornavo a casa, in macchina, sotto l'acqua:
paesello deserto, pioggia e pozzanghere, desiderio di casa, lampioni, strisce pedonali e .... semaforo.
Di quelli con il timer.
Nessuno in giro, arrivo io: ....., 2, 1, giallo. Ce l'ho fatta.
.... ma no, dopo 10 m un'altro semaforo, stessa sincronizzazione: questo, però, preso quando dal giallo è passato al rosso.
Sintesi: ho preso una multa (telecamera) con perdita punti.
Damn!
Senso di malessere, di incazzatura per la mia stupidità (il timer era ben in vista!!), per i punti persi, per i soldi regalati... poi, poi, poi.... mi è tornato in mente: chiedevo, da un po', al Signore di conoscere il senso del peccato.
Perché, onestamente, non ce l'ho. 
O faccio qualcosa di veramente eclatante, o - altrimenti - non ho tutto questo senso dell'offesa, pur avendo ben presente che solo svegliandomi inizio a peccare.
Ma riconoscere il peccato ed averne il senso è, per me, una bella differenza.
Ed allora ho chiesto, nella mia meditazione/preghiera quotidiana, che me lo concedesse, per poter iniziare a correggermi. 
Non c'è come comprendere qualcosa per iniziare a vivere con quella consapevolezza.
E, poi, questo.
Segno, visibile, di qualcos'altro, intangibile.
Riassumo.
Errore in arrivo ben segnalato, errore compiuto nonostante tutto, giudizio (multa) giusta e senso di schifo per aver compiuto l'errore nonostante lo vedessi arrivare, con tutte le sue conseguenze... 
Beh, io ho iniziato a ridere, e di gusto.
A sghignazzare.
Ed ho detto grazie, mio Signore.
A domanda, corretta, rispondi. Sempre.
Non come avrei voluto, ma direi che così non lo dimentico più.
Quindi è come vuoi Tu. Ed è questo l'importante, per me.
Ti adoro. 
Sei - per davvero - il massimo :-)



domenica 22 aprile 2012

Spirito Santo, Eterno Amore - Edith Stein

Chi sei, dolce luce che mi inondi, 
e rischiari la notte del mio cuore?
Tu mi guidi, qual mano di una mamma;
ma se tu mi lasci, 
non più di un sol passo avanzerei!
Tu sei lo spazio che l'esser mio circonda
e in cui si cela.
Se mi abbandoni, cado nell'abisso del nulla, 
donde all'esser mi chiamasti.
Tu, a me più vicino di me stessa, 
più intimo dell'intimo mio.
Eppur nessun ti tocca o ti comprende
e d'ogni nome infrangi le catene:
Spirito Santo, eterno Amore!



Beautiful - Christina Aguilera

Non guardarmi.


Ogni giorno è così meraviglioso
e, all'improvviso, è difficile respirare.
Ogni tanto, divento insicura
per colpa di tutto il mio dolore,
e mi vergogno così tanto.


Sono bellissima, non importa quello che dicono.
Le parole non possono vincermi.
Sono bellissima da ogni punto di vista
Sì, le parole non possono vincermi.
Per cui non deprimetemi, oggi.


Sei delirante, per tutti i tuoi amici.
Così, consumato dal tuo dolore,
provi insistentemente a riempire il vuoto,
ma il pezzo è sparito e il puzzle è incompleto.
Ed è così, ora.


Sei magnifica, non importa quello che dicono
Le parole non possono vincerti.
Sei magnifica, in ogni singolo aspetto
Sì, le parole non possono vincerti.
Per cui non deprimetemi, oggi...



Non importa quello che facciamo.
Non importa quello che dicono.
Noi siamo musica, in questa melodia,
piena di bellissimi sbagli.
E in qualsiasi posto andiamo
il sole splenderà sempre.
E domani ci potremmo svegliare
da un'altra parte, magari x sempre.


Siamo bellissimi, non importa quello che dicono.
Sì, le parole non possono vincerci.
Siamo bellissimi, non importa quello che dicono.
Sì, le parole non possono vincerci.
Non deprimetemi, oggi


Non deprimetemi, oggi.                

Gli amici fedeli

Ho ascoltato una frase che mi ha fatto pensare:

una volta avevamo come amici silenziosi i santi, o i nostri morti, a cui parlavamo, ci rivolgevamo, di cui avevamo cura nella memoria e con piccoli gesti quotidiani di affetto (fiori, baci all'immaginetta, devozioni), oggi, che non si crede più al cielo, abbiamo come interlocutori fedeli e silenziosi i nostri animali da compagnia. 
Avevamo gli occhi pieni dell'azzurro del cielo e li abbiamo abbassati ad osservare la terra.

Interessante spunto di riflessione.



sabato 21 aprile 2012

L'estasi

L'abbandono dell'anima a Dio, quale grazia, quale godimento.
I sensi del corpo sono segno, indicazione, esempio di quelli spirituali.
La purificazione, in fondo, penso sia solo questo.
Educare i sensi corporei.
Non vivere per i sensi corporali, 
ma usarli, sottometterli, guidarli 
ad essere strumento al servizio di quelli spirituali,
la marcia in più di cui siamo dotati.
Altrimenti rimaniamo animali, anche se con due dita di cervello.
La scala verso il cielo, ecco cosa sono i sensi spirituali. 
La scala da e per il cielo.
E quando questi si svegliano, 
un altro mondo di esperienze, 
e di fare esperienza, 
e di voler fare esperienza,
si apre.

L'estasi di Ludovica Albertoni - Bernini


Sei troppo Altro....


Mentre il Signore mi parlava, ammiravo la sua grande bellezza e la grazia con cui la divina e bellissima sua bocca pronunciava quelle parole che alle volte mi erano molto severe. 
Desiderosa di conoscere il colore dei suoi occhi e la sua statura per poterne dire qualche cosa, non vi sono mai riuscita: le mie diligenze non giovavano a nulla. 
Anzi, appena lo tentavo, la visione spariva completamente.
Alle volte vedo che mi guarda affabilmente. 
Eppure il suo sguardo è così forte che l'anima, non potendolo sostenere, entra in altissimo rapimento, nel quale, mentre si adopera per meglio godere di Lui, ne perde di vista la bellezza. 
Insomma, qui da parte nostra non c'è volere che tenga. 
Si vede chiaramente che Dio ci vuole umili e remissivi, contenti di quello che ci dà, ringraziandone Chi ce lo dà.
(Santa Teresa d'Avila, Libro della mia vita, cap 29 par 2)


Quando leggo queste cose, 
ammetto che mi viene una scossa, 
e mi chiedo: ma quanto bello sei? 

Grazie

O Maria, Madre dolcissima del mio spirito, 
insegnami l'esultanza del cuore
per ringraziare della vita, dell'esistenza, per essere stata tratta dal nulla, 
dono gratuito di immenso amore.


Insegnami a seguire, ascoltare, meditare, volere, ammirare, gustare, 
tuo figlio, il Signore Gesù Cristo, che, con la Sua vita, passione, morte e resurrezione, 
ha lottato e vinto contro la morte, la mia morte, 
donandomi gratuitamente, se lo voglio, se lo amo, se ci credo, la libertà.


Tutti doni del mio Dio, 
il magnifico, il grandioso, l'onnipotente, il forte, il guerriero, il vivente.
Era morto, ed è risorto.
Era morto, ed è vivo.
E' il mio Signore e il mio Dio.


Grazie, mio Signore Gesù, 
che il mio cuore gioisca, canti, danzi pensando sempre a Te.
Con gli occhi fissi a Te.
Tu che sei il Figlio del Dio vivente, 
abbi pietà di me peccatrice. 


Torno ad essere nulla senza di Te.









Purifica l'anima mia - San Francesco

Dio Onnipotente, 
eterno, giusto e misericordioso, 
concedi a me misero
di fare sempre, per grazia tua, 
quello che tu vuoi, 
e di volere sempre
quello che a te piace.


Purifica l'anima mia
perché, illuminato 
dalla luce dello Spirito Santo
e acceso dal suo fuoco, 
possa seguire
l'esempio del tuo Figlio
e nostro Signore Gesù Cristo.


Donami di giungere, 
per tua sola grazia, a te, 
altissimo e onnipotente Dio, 
che vivi e regni nella gloria, 
in perfetta trinità e semplice unità,
per i secoli eterni.
Amen.

venerdì 20 aprile 2012

Troppo cemento intorno

Dio ha sfoderato il mondo per me, 
perché mi accorgessi di Lui.


Nelle piccole cose, 
nel silenzio, 
nell'osservare il cielo, 
nel guardare un sorriso, 
nell'ammirare il lavoro di un carpentiere, 
nel saluto tra due motociclisti, 
nello scodinzolare di un cane, 
nell'aspettare che imbustino il pane,
nel gesto di una mano che accarezza,
nella piroetta di un bambino sotto la pioggia, 
nell'udire il richiamo di un falco,
mi accorgo che c'è poesia.
E tanta.
Dove sto andando?
Perché sento solo tristezza intorno?
Mi viene da pensare che un giardino è fondamentale.
Solo cemento, mattoni, asfalto anestetizzano l'anima.
Manca la fantasia, l'esuberanza, l'entusiasmo della vita.
Tutto è spinto avanti, tutto è dopo, tutto è sempre uguale.
Quante stupidaggini, è pazzesco a pensarci seriamente.
Troppo uomo, poco Dio.
Troppa determinazione, poca sorpresa.
Troppa fragilità, poca sapienza.



Dio ha sfoderato il mondo per me, 
perché mi accorgessi di Lui.





Quanta bellezza...

Una cosa ho chiesto al Signore, 
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario. 

Sono certo di contemplare la bontà del Signore 
nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, 
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore. 


(dal salmo 27)



giovedì 19 aprile 2012

Il sacrificio nell'Eucarestia


Cercare la gioia

Il giorno più bello? Oggi
L'ostacolo più grande? La paura
La cosa più facile? Sbagliarsi
L'errore più grande Rinunciare
La radice di tutti i mali? L'egoismo
La distrazione migliore? Il lavoro
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento
I migliori professionisti? I bambini
Il primo bisogno? Comunicare
La felicità più grande? Essere utili agli altri
Il mistero più grande? La morte
Il difetto peggiore? Il malumore
La persona più pericolosa? Quella che mente
Il sentimento più brutto? Il rancore
Il regalo più bello? Il perdono
Quello indispensabile? La famiglia
La rotta migliore? La via giusta
La sensazione più piacevole? La pace interiore
L'accoglienza migliore? Il sorriso
La miglior medicina? L'ottimismo
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto
La forza più grande? La fede
La cosa più bella del mondo? L'amore.



Maria Teresa di Calcutta

mercoledì 18 aprile 2012

Alien in me

La pietra fondante su cui basare la propria vita di cristiani è l'esperienza certa di Dio.
Ma tutte le esperienze richiedono discernimento, tranne una: l'esperienza del perdono.
Provare questa, veramente, intimamente, vuol dire sentire Dio, perché solo Dio perdona.
Che è l'esperienza della salvezza. Da qui nasce l'uomo nuovo.
Il resto sono tentativi.
Il confessare i peccati va bene, è l'inizio, ma il vero sforzo è trovare, stanare la madre di tutti i miei peccati, ben nascosta dentro di me.
Il resto sono serpentelli, figli immondi, è lei Alien.
Nascosta, viva, sempre gravida.
Ma io cerco, e non da sola proprio perché cerco, finché la beccherò.
E so anche cosa troverò.
Me.
Sono io che mi sono messa al posto di Dio.


Curiosità


“Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio" (Mc 10,14)


"Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. 
Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio" (Gv 3,20-21)


Riflettevo e mi chiedevo: a cosa reagisco? o, meglio: cosa determina la mia azione?
Tendenzialmente, mi sono detta, la mia esperienza.

martedì 17 aprile 2012

La Bibbia

Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. (Eb 4,12)

Quando leggo la Bibbia, che è Parola di Dio, devo sempre sapere, essere ben conscia, che è la Persona dello Spirito Santo che parla. Prepararmi ad ascoltare ed ascoltare come farei davanti ad una persona che ritengo degna della massima fiducia, stima ed autorità. Con la massima deferenza. Essere docili al mistero nascosto. Essa si rivela, si apre, si scopre quando ci si avvicina con lo stesso amore che c'è tra due amanti, tra due amici, quando la si ama. Altrimenti non c'è forza che tenga. Rimane chiusa e ostile.


Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo?
Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. (1Cor 1,20-21)

L'inflessibilità

Il mio vero problema è la durezza e l'inflessibilità.
Come posso cambiare, rompere la corazza, porre un grimaldello in qualche fessura del mio essere "bovino" se, prima ancora che un qualche sprazzo di consapevolezza mi illumini, mi sono già posta di traverso?
Se il dire "no" è la mia risposta in automatico, prima ancora che la domanda sia terminata?
Se non lascio spazio all'imprevisto, ma lo attacco immediatamente?
Se il mio tentativo di essere diversa cozza, ogni volta, con l'aver già fatto lo sbaglio?
E' possibile vivere una vita dispiacendosi per come si è e scoprendosi, sempre, costantemente una stronza, antipatica e pure cattiva?
E' da questa mia costante caratteriale che mi scopro stupida, arrogante, stolta.
Superba e ignorante.
Bella scoperta.
Ma non rimango giù. 
Mi rialzo e ci riprovo. 
Tra poco ci sarà una nuova occasione in cui il Cielo proverà a parlarmi.
Spero di essere finalmente pronta.

Kronos e Kairos

Spunto interessante da cui partire per una meditazione sulla mediocrità passiva del vivere, contrapposto ad una curiosità attiva del cercare, aver fede, rendere grazie, vivendo consapevoli.

Desidero affrontare un tema a me particolarmente caro. Si tratta di un approfondimento che feci in una mia tesina di filosofia. La differenza che intercorre tra il Kairos (il tempo opportuno legato all’esperienza del sacro) e il Kronos (il tempo cronologico legato all’esperienza profana). Tutti noi facciamo l’esperienza di preferire il Kronos, il tempo cronologico che ci rassicura e che è fondato sulle esperienze passate e che tendiamo a ripetere. In psicologia c’è una legge che si chiama “coazione a ripetere” cioè il desiderio di replicare le nostre esperienze passate soprattutto quando non le elaboriamo. Si ripresentano nel presente e siamo costretti a ripeterle. Per esempio se sperimentiamo una paura, questa si ripresenta ogni volta che ci appare l’oggetto che ci richiama quell’episodio. E così anche, qualsiasi tipo di vissuto se non si esamina al livello della nostra coscienza, tendiamo inconsapevolmente a ripeterlo.

Penitenza

Perché pretendere tanti beni, diletti e gloria senza fine, unicamente a spese del buon Gesù?
Con i piaceri ed i passatempi, dobbiamo godere di ciò che egli ci ha guadagnato a prezzo di tanto sangue? E' impossibile.
E con vani onori pensiamo di riparare al disprezzo da lui sofferto perché noi potessimo regnare eternamente? E' assurdo.
Si sbaglia, si sbaglia strada; non arriveremo mai lassù.
(Santa Teresa d'Avila, Libro della mia vita)

lunedì 16 aprile 2012

Concentrarsi


Corriamo con perseveranza nella corsa, 
tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. 
Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. 
Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo. 
(Eb 12, 1b-3)

Pensa, di Fabrizio Moro


Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce,
perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia (1Pt 2,24)


Pensa, Fabrizio Moro



Voli pindarici...

Oggi ricorre la memoria di Bernadette, a cui è apparsa la Madonna di Lourdes.
Tuttora il corpo, compresi gli organi interni, è intatto.
Sembra dormire.

Mi è tornato, allora, in mente un pensiero di qualche tempo fa sul peccato originale.
Tutto ciò che vediamo è segno di un altrove.
Allora, come l'altrove "si segna" qui?
O, precisamente, come il peccato originale si evidenzia?
In tutti è presente.
Fin dal concepimento.
Mmmm, pensa che ti ripensa, mi è venuta in mente l'entropia.
Il sistema vitale, di qualsiasi ordine, è un sistema in perenne lotta, a perdere, contro il caos, il disordine, la disgregazione.
L'energia serve a tenere in ordine il sistema, ma il disordine entra nel gioco di equilibri fin dal primo istante.
L'invecchiamento ne è l'esempio.
La morte ed il disfacimento corporeo l'emblema.
Quanto precede solo per evidenziare la discontinuità - nel sistema generale - dei corpi, morti, che non si disgregano. E ce ne sono nella storia della Chiesa. Fuori no.
Segno visibile dell'invisibile. 
Più forte dell'ordine stabilito.
Stra bello. Anzi, esagerato.

Lo Spirito Santo ed il movimento

Lo Spirito e il vento.
Una realtà percepibile come segno di una realtà assolutamente a me incomprensibile. 
Il vento ha direzione, provenienza, intensità.
provo ad astrarre...
Lo Spirito ha una direzione? Eh sì, realizza un Progetto, che è in divenire fino al termine del tempo, il nostro, quando sarà compiuto.
Proviene da dove? So che è una Persona distinta, nella perfetta unità, con il Padre ed il Figlio.
E' colui che svela, rivela, smuove. 
E' l'Amore, che travolge, sorprende, ribalta.

domenica 15 aprile 2012

Il pane quotidiano - Sant'Agostino


Quando dici: Dacci oggi il nostro pane quotidiano, confessi d'essere un mendicante di Dio. 
Ma non arrossire: per quanto uno sia ricco sulla terra, è sempre un mendicante di Dio. 
Il mendicante sta davanti alla casa d'un ricco: ma anche lo stesso ricco sta davanti alla casa del gran Ricco. 
Si chiede l'elemosina a lui ma la chiede anche lui. 
Se non fosse nel bisogno, non busserebbe alle orecchie di Dio con la preghiera. 
Ma di che cosa ha bisogno un ricco? 
Non ho paura di dirlo: un ricco ha bisogno proprio del pane quotidiano. 
Perché mai ha abbondanza d'ogni cosa, come mai, se non perché gliel'ha data Dio? 
Che cosa avrebbe, se Dio ritirasse da lui la sua mano? 
Molti non si addormentarono forse ricchi e si alzarono poveri? 
E se a lui non manca nulla, ciò non deriva dalla sua potenza ma dalla misericordia di Dio.
Ma questo pane di cui, carissimi, si riempie il ventre, con cui si ristora ogni giorno il corpo, questo pane dunque voi vedete che Dio lo dà non solo a chi lo loda, ma anche a chi lo bestemmia, lui che fa sorgere il proprio sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugl'ingiusti. 
Se lo lodi, ti nutre; se lo bestemmi, ti nutre lo stesso. 
Ti aspetta perché tu faccia penitenza; ma se non ti cambierai, egli ti condannerà. 
Poiché dunque questo pane lo ricevono da Dio i buoni e i cattivi, non c'è forse un pane speciale richiesto dai figli, il pane di cui il Signore diceva nel Vangelo: Non sta bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani? 
Vi è certamente. 
Qual è questo pane? 
E perché si chiama " quotidiano " anche questo? 
Il pane infatti ci è necessario: senza di esso è impossibile vivere, senza pane è impossibile. 
È una sfacciataggine chiedere a Dio la ricchezza; non è una sfacciataggine chiedergli il pane quotidiano. 
C'è una gran differenza tra ciò che è necessario alla vita e ciò che serve a farci insuperbire. Tuttavia, siccome questo pane visibile e palpabile vien dato ai buoni e ai cattivi, il pane quotidiano chiesto dai figli è la parola di Dio, pane che ci viene distribuito ogni giorno. 
È il nostro pane quotidiano; di esso vivono le menti, non i ventri. 
È necessario a noi, ancora operai nella vigna: è il cibo, non la paga. 
All'operaio infatti due cose deve dare chi lo prende a giornata e lo manda nella propria vigna: il cibo perché non rimanga spossato, e la paga di cui si rallegri. 
Il nostro cibo quotidiano su questa terra è la parola di Dio, che sempre viene distribuita nelle chiese; la nostra paga dopo la fatica si chiama vita eterna. 
D'altra parte se per questo pane nostro quotidiano s'intende quello che ricevono i fedeli e riceverete anche voi dopo il battesimo, facciamo bene a pregare e dire: Dacci oggi il nostro pane quotidiano, affinché viviamo in modo da non essere separati dall'altare.

(http://www.augustinus.it/ Discorso 56, 6.9-10)

sabato 14 aprile 2012

Maledetto orgoglio


Pensate dunque che con i vostri mezzi e le vostre pratiche riuscirete infine a distruggere l'orgoglio e ad acquistare l'umiltà? 
Tutto il bene non viene forse da Dio e non è Lui stesso la via che conduce alla vita? 
Il più infallibile segreto per sradicare questo maledetto orgoglio non è di guardarlo, ma di guardare Dio e dimenticare se stessi. 
Noi non abbiamo alcuna risorsa se non in Lui per difenderci dai nemici che ci opprimono; 
guardare incessantemente se va bene o male, è come dare all'orgoglio nuove forze. 
Dimenticate voi stessa, immergetevi dolcemente nel seno della divinità e fuggite in questo divino asilo appena l'orgoglio vuole elevarsi contro di voi. 
Nel momento stesso in cui egli sembra trionfare e fare del danno nel vostro cuore, non fate neppure finta di averne paura, né di ascoltarlo o di scorgerlo; è un estraneo e un frutto di maledizione che si eleva nella natura, ma la vostra volontà attaccata e unita al suo Dio non vi ha alcuna parte. 
Ricordate bene che noi abbiamo orgoglio solo perché non vogliamo spogliarci di noi stessi e abbandonarci tra le mani di Dio. 
Colui che non è più, non può sentire l'orgoglio perché non opera più e non si degna di abbassarsi fino a guardare ciò che si opera nella parte inferiore. 
Egli ha sostituito tutto con Dio e sa bene che se in lui c'è qualcosa di buono, non può provenire dal suo miserabile nulla, e niente lo confonderebbe di più che vedere che è ancora capace di un pensiero d'orgoglio, se non fosse già persuaso di essere sempre capace di ogni sorta di male. 
(MILLEY C. F., A una religiosa orsolina, 16 luglio 1709)

La giusta prospettiva

Cambiare il sistema di riferimento non è facile.
Per nulla.
Ho sempre in mente il giochino della matrice 3x3, 
ogni unità della stessa identificata da un punto.
Bisogna unire tutti i punti, 
senza mai alzare la matita dal foglio, 
senza mai passare sugli stessi punti, 
tramite un susseguirsi di segmenti.
In automatico, la soluzione viene cercata all'interno della matrice.
La soluzione, invece, sta nel passare per punti esterni alla matrice.
Insomma: riuscire a vedere la realtà per quella che è, 
non per quella che immaginiamo sia.


Da Santa Teresa d'Avila, LIBRO DELLA MIA VITA, che sto leggendo con "godimento" 
(ed Paoline, Economica dello Spirito, 10,50 euro oggi, circa 400 pag)
- il vero onore non è menzognero, ma risponde a verità, e consiste nello stimare ciò che è stimabile e non fare nessun conto di ciò che nessun conto merita, essendo nulla e meno di nulla tutto quello che ha fine e non è a gloria di Dio. 
- (parlando delle grazie accordate) si ha la mente così abituata a intendere ciò ch'è realmente verità, che tutto il resto  sembra un gioco da bambini


Dalle letture di oggi, At 4, 19-20
"Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi;
noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato". 



Il sistema di riferimento, mi par di capire, non sono gli altri.
Non sono io
E' sempre Lui. E la mia relazione con Lui.
Quando riuscirò a cambiare, veramente, sistema di riferimento?
E' grazia anche questa, o è volontà?

Al mio Angelo custode

Ieri mi trovavo in uno di quei giardini nascosti tra alte mura.
Giardini privati, tesori nascosti.
Con tanto di fontana, panchine, pino maestoso.
In mezzo a palazzi antichi, alti, superbi.
Ad un tratto, guardandomi intorno, mi accorgo della presenza di un cedro del Libano.
Talmente immenso da diventare parte integrante dell'ambiente.
Invisibile, eppure lì, grande, vivo, stabile.
Mi ha riempito di stupore:
- il non averlo notato prima
- la magnificenza
- la vitalità, visibile dalle gemme
Ed ho pensato: ma come fa ad essere così vivo in mezzo a questa frenesia, rumore, assenza di spazio?
Certo, mi sono detta: vive in un'altra dimensione dell'esistenza.
Non sente nulla, se non il sole, il vento, la pioggia, la stabilità delle radici, la profondità del terreno.
Di noi se ne frega, non sa neanche che esistiamo.
Non pensa tra sè, non pensa a noi, non ha percezione del suo vivere, non pensa all'altrove.
Vive e basta.
E noi, che - invece - possiamo pensare a noi, alle nostre relazioni, abbiamo percezione del nostro esistere, potremmo pensare all'altrove.... cosa facciamo realmente?
Pensiamo a diventare magnifici?
Utilizziamo tutto ciò che ci viene donato per trasformarlo con valore aggiunto o consumiamo la nostra esistenza?
Pensiamo, veramente, ad estrarre segni dalla nostra quotidianità, quindi ad astrarre?
Se una pianta vive senza sapere la mia esistenza, ad un passo da me, io che arrivo a pensare a ciò, dovrei perlomeno sospettare che è possibile che io viva in una dimensione che non mi permette di vedere effettivamente la realtà per quella che è, quindi ............ 
ciao Angelo mio, so che ci sei, anche se non ti vedo. 
Porta pazienza, ok? Mi arrabatto come posso nel Mistero esuberante dell'invisibile. 
ciao


Imparare da un cane

Ho alcuni cani, di medie dimensioni, parte integrante del mio menage.
E, osservandoli, nascono deduzioni...
Ne ho uno che, pur amandolo, devo ammettere: mi urta leggermente.
Mi cerca solo per vedere cosa ho tra le mani, mi segue solo se pensa che stia per dargli da mangiare, è sempre attento ai miei movimenti per capire se il risultato porta a mangiare qualcosa.
Insomma: un opportunista. 
Un vero opportunista.
Stamattina mi sono accorta di essere come questo mio cane nei confronti di Gesù.
Opportunista.
Guardo ai Suoi doni, a cosa può fare per me, continuo a chiedere. 
Guardo a cosa contengono le mani.
Ma a Lui, veramente, guardo mai?
Godo di Lui in quanto Persona, per quello che è, che fa, che ha fatto, che cerca, che chiede, che spiega, che domanda? o solo per quello che offre?
Lui lo amo veramente o è bello, esaltante, piacevole averlo come Dio per tutto quello che promette?
Sono felice di appartenere a Lui o è comodo ripetermelo?

venerdì 13 aprile 2012

Salmo 49

Personalmente, ritengo questo Salmo chiaro, tonante, evidente.
E' Dio che parla, si deve prestare attenzione!!!!


Parla il Signore, Dio degli dei,
convoca la terra da oriente a occidente.

Da Sion, splendore di bellezza,
Dio rifulge.

Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.

giovedì 12 aprile 2012

Il dolore del lutto


La morte è sempre illogica. 
La fede, pur se aperta a una nuova dimensione di vita dopo la morte, non annulla il dolore di una perdita. 
Inutile illudersi. 
Quando si soffre, si piange e basta. 
Si spera che quel momento passi via presto. 
Lo scriveva Edith Stein: “Quando i chiodi trafiggono le tue mani, senti solo dolore”. 
La resurrezione con le sue conseguenze arriva dopo. 
Non spetta a noi decidere quando.


Carmelitani Scalzi

Scritta nello scudo carmelitano
“Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum”
(Ardo di zelo per il Signore Dio degli eserciti).


Mia opinione: bellissimo.

L'avvelenamento


Ma siamo sicuri che il frutto proibito è stato mangiato una volta e poi basta?
Non è che ogni giorno arrivano camionate di frutti proibiti, bellamente ce ne ingozziamo ed, ubriachi, girovaghiamo per il mondo?
E la disintossicazione è caldamente sconsigliata da amici, conoscenti, familiari, ma ubriachi come me?
Mmmm.....
Tutto questo nutrirci di informazioni su cosa è giusto, ognuno per la sua parte, cosicchè a nessuno è concesso l'insieme per giungere ad un verità che sia tale a prescindere dal singolo, vuoi per mancanza di tempo, per mancanza di intelligenza, per difficoltà nel reperire fonti affidabili, per mancanza di obiettività, per piccolezza creaturale .... a me pare pura e semplice disgregazione.
Ma chissenefrega del mio io da rivendicare di fronte a chicchessia.
Io non sono nessuno e non voglio essere nessuno.
Vorrei annegare nel Cuore di Gesù, questo voglio.
La libidine dell'amore ardente, rigenerante, totalizzante, assolutizzante, vivificante. Questo voglio.

La battaglia

Io sono cresciuta amando Vin Diesel, BladeRunner, Matrix, Tom Clancy.
Mi piace l'idea della lotta, il sentirmi guerriera.
Mi rende facile le cose capire dove è il bene e dove il male.
Ma tutto è grigio e offuscato. 
Le cose chiare di ieri, non esistono più oggi.
E mi rendo conto che non ho neanche idea della battaglia che si sta combattendo sul terreno della mia anima. Non ne ho idea, ma mi fido, anzi sono certa, di quanto mi è stato detto e mi viene detto all'interno della Chiesa.
La guerra è già vinta da Gesù, il Figlio di Dio, ma Dio Padre pensa, vuole, ama ognuno di noi fino alla fine dei tempi, quindi fino a che l'ultimo sarà nato il tempo scorrerà in avanti.
La ritirata del nemico è la cosa a cui porre attenzione: un pò come i tedeschi nella seconda guerra, nel viaggio verso casa loro misero a ferro e fuoco tutto ciò che incontrarono.


Testimoni di ieri - Eleazaro

Ieri sera, mentre cucinavo, come mio solito ero sintonizzata su Radio24.
Ammetto che mi piace la vivacità di Cruciani e sopporto molto meno la rigidità intellettuale di Parenzo, convinto di avere il possesso della verità. Mah.
Comunque, tornando a ieri sera, in un'intervista ad un deputato autodefinitosi cattolico praticante, a domanda specifica: "Cosa dice se vede due omosessuali baciarsi per strada?" ho sentito questa risposta:" Ognuno è libero di vivere la propria sessualità come meglio crede, anche baciando per strada una persona del suo stesso sesso".
Ora, la ragione, l'etica morale, la professione della Verità di un cattolico praticante, dove sono? 

mercoledì 11 aprile 2012

Ss Vergine Maria - San Luigi Maria Grignion de Montfort

Come nella generazione naturale e fisica c'è un padre ed una madre, così nella generazione soprannaturale e spirituale c'è un padre che è Dio e una madre che è Maria. Tutti i veri figli di Dio e predestinati hanno Dio per padre e Maria per madre; e chi non ha Maria per madre non ha Dio per padre 
Per questo i reprobi, come gli eretici, gli scismatici, ecc., che odiano o considerano con disprezzo o indifferenza la santissima Vergine, non hanno Dio per padre - anche se se ne vantano -, appunto perché non hanno Maria per madre. 
Se l'avessero per madre, l'amerebbero e onorerebbero come un autentico figlio ama naturalmente ed onora la madre che gli ha dato la vita.


Il segno infallibile e inequivocabile per distinguere un eretico, un uomo di cattiva dottrina, un reprobo da un predestinato, è che l'eretico e il reprobo hanno solo disprezzo o indifferenza per la santissima Vergine e si studiano con le loro parole ed esempi di diminuirne il culto e l'amore, apertamente o di nascosto, talvolta sotto speciosi pretesti.

(punto 30, «Trattato della vera devozione a Maria» di San Luigi Maria Grignion de Montfort)

Testimoni di oggi - Shahbaz Bhatti


"Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia.



Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico.



Mi sono state proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa: «No, io voglio servire Gesù da uomo comune»".




Il Fuoco e il legno - Ugo di San Vittore


Quando il fuoco attacca il legno verde, si sprigiona dapprima un denso fumo: a stento tra le sue spirali si vedono alcune fiamme. 
Ma, a poco a poco, l'umidità si consuma, il fumo diminuisce, la fiamma vittoriosa si mostra correndo di qua e di là; essa circonda il legno che crepita e che sembra ancora lottare, lo penetra, lo trasforma, comunicandogli la sua stessa natura. 
Tuttavia la combustione prosegue e in breve tempo, il legno non è più legno, è divenuto fuoco esso stesso; allora il crepitìo cessa, non si sprigionano più le scintille ed il fuoco divorante, non trovando più davanti a sé un elemento estraneo che gli resista, completa la sua opera di assimilazione nella calma e nel silenzio. 
Il cuore ancora sensuale è simile al legno verde. 

Miracolo in Ungheria

Al tempo del blocco sovietico in Ungheria, una maestra di scuola, atea, non vedeva di buon occhio la religione cattolica e, tanto meno, approvava che alcuni di loro, prima di recarsi alla scuola, passassero in Chiesa a fare la Comunione.
Li aveva tutti identificati e li maltrattava come pecore nere da raddrizzare.
In particolare Angela, una bimba di 10 anni, che chiese al Parroco di darle la Comunione ogni mattina.
Lo stesso Parroco era titubante perché temeva la reazione della maestra, ma Angela disse: "Non importa se sono maltrattata a scuola, Gesù ha certo sofferto più di me, quando gli sputarono addosso".
Un giorno la maestra volle fare un gioco crudele con la speranza di eliminare quella che lei chiamava la fede inutile che infestava la scuola.

martedì 10 aprile 2012

L'uomo che cammina, Christian Bobin


Cammina. 
Senza sosta cammina. 
Va qui e poi là. 
Trascorre la propria vita su circa sessanta chilometri di lunghezza, trenta di larghezza. 
E cammina. Senza sosta. Si direbbe che il riposo gli è vietato.
Quello che si sa di lui lo si deve a un libro. 
Se avessimo un orecchio un po' più fine, potremmo fare a meno di quel libro e ricevere notizie di lui ascoltando il canto dei granelli di sabbia, sollevati dai suoi piedi nudi. 
Nulla si riprende dal suo passaggio e il suo passaggio non conosce fine.

Confessione

Quando ero piccola, mia mamma, per farmi capire la necessità dell'ordine e della pulizia personale,
mi raccomandava sempre: biancheria intima pulita ed in ottimo stato.
Sai, può succedere qualsiasi cosa...
Come ogni altro elemento di educazione infantile, esso è stato perfettamente assimilato.
Mi dico: se provo rispetto per gli altri e per me stessa mettendomi in ordine "fuori",
partendo dalla probabilità di accadimento di un evento futuro che influenza il mio presente,
perchè non metto in un piano almeno uguale la pulizia e l'ordine "interno", tramite confessione? 
Può succedere qualsiasi cosa, anche trapassare, non solo fine all'ospedale!!

Due gemelli, Klaus Berger


Avvenne che in un grembo venissero concepiti due gemelli. 
Passavano le settimane e i bambini crescevano. 
Nella misura in cui cresceva la loro coscienza, aumentava la gioia:
"Di', non è fantastico che siamo stati concepiti? Non è meraviglioso che viviamo?".
I gemelli iniziarono a scoprire il loro mondo.
Quando scoprirono il cordone ombelicale che li legava alla madre dando loro nutrimento, cantarono di gioia:
"Quanto grande è l'amore di nostra madre che divide con noi la sua vita stessa!".
A mano a mano che le settimane passavano, però, trasformandosi poi in mesi, notarono improvvisamente come erano cambiati.
"Che cosa significa?" chiese uno.
"Significa", rispose l'altro, "che il nostro soggiorno in questo mondo presto volgerà alla fine" 
"Ma io non voglio andarmene", ribattè il primo, "ma forse c'è una vita dopo la nascita!".
"E come può essere", domandò il primo, dubbioso, "perderemo il nostro cordone di vita e come faremo a vivere senza di esso? E per di più altri prima di noi hanno lasciato questo grembo e nessuno di loro è tornato a dirci che c'è una vita dopo la nascita. No, la nascita è la fine!".
Così uno di loro cadde in un profondo affanno e disse: "Se il concepimento termina con la nascita, che senso ha la vita nell'utero? E' assurda. Magari non esiste nessuna madre dietro tutto ciò"
"Ma deve esistere", protestò l'altro, "altrimenti come avremmo fatto a entrare qua dentro? E come faremo a sopravvivere?"
"Hai mai visto nostra madre?", domandò l'uno, "Magari vive soltanto nella nostra immaginazione. Ce la siamo inventata, perché così possiamo comprendere meglio la nostra  esistenza".
E così gli ultimi giorni nel grembo della madre furono pieni di mille domande e di grande paura.
Infine, venne il momento della nascita.
Quando i gemelli ebbero lasciato il loro mondo, aprirono gli occhi.
Gridarono. 
Ciò che videro superava i loro sogni più arditi.