- se uno sta bene fisicamente non è detto si senta bene, potrebbe essere depresso, triste, scontento
- se uno è forte di spirito, invece, non c'è malattia che lo stenda.
Beh, è una cosa interessante su cui meditare....
È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla (Gv 6,63)
Benedetta Bianchi Porro
nasce nel 1936 a Dovadola, piccolo paese in provincia di Forlì, e muore a
Sirmione nel 1964, a ventisette anni, consumata da una terribile malattia.
E'
una straordinaria figura di giovane santa del nostro tempo, intelligente e
sensibile, innamorata della vita e umanamente tanto ricca da legare a sè schiere
di amici.
Benedetta lotta caparbiamente contro il proprio male cercando di
realizzare il suo sogno: diventare medico e consacrarsi all'aiuto degli
altri.
A diciassette anni si iscrive alla facoltà di Medicina a Milano,
ma sarà costretta ad arrendersi dopo aver sostenuto l'ultimo esame del
corso.
E' un calvario indicibile il suo, in cui, con il progredire della
malattia, si alternano momenti di sconforto e straordinari slanci di entusiasmo
di fronte ai doni dell'amicizia, alle bellezze del creato, alla percezione
sempre più intensa della vicinanza di Dio.
Infine, è proprio nel mistero
della croce, mistero di amore e di dolore, che Benedetta trova una ragione alle
proprie sofferenze e attinge la forza per viverle e accettarle con
serenità.
Benedetta è stata dichiarata venerabile nel 1994 e non sembra
lontano il giorno in cui verrà proclamata beata.