giovedì 24 gennaio 2013

Il mio Eroe

Quel Dio che ha creato l'uomo e la donna, ha formato anche l'eroe e il poeta e l'oratore.
Questo (il poeta) non può fare ciò che fa quello (l'eroe); egli può soltanto ammirare, amare, rallegrarsi con quello.
Tuttavia anch'egli è felice, non meno di quello.
Infatti l'eroe è la sua migliore essenza, ciò di cui è innamorato, felice di non esserlo lui stesso.
Così che il suo amore può manifestarsi con l'ammirazione.
Egli è il genio dei ricordo, che non può fare nulla senza ricordare ciò che è stato fatto, senza ammirare ciò che è stato fatto.
Nulla prende del suo, ma è geloso di ciò che gli è stato affidato.
Egli segue la scelta del suo cuore, ma quando ha trovato ciò che cerca, allora va di porta in porta con i suoi canti e i suoi discorsi, proclamando che tutti devono ammirare l'eroe come fa lui, essere fieri dell'eroe come lo è lui.
Questo è il suo mestiere, l'umile sua azione; questo è il suo fedele servizio nella casa dell'eroe.     

(estratto: Soren Kirkegaard, "Timore e tremore")

   

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