Questo
qualcosa è la causa stessa della nostra solitudine, della solitudine
che ci è connaturale.
E’ questa solitudine rudimentale che dobbiamo
accettare in primo luogo.
I
modi per non accettarla sono diversi.
Per alcuni sarà il
ripiegamento su se stessi, il silenzio (ma non quello buono),
l’atteggiamento classico dell’”incompreso”.
Per altri sarà, al
contrario, l’accanimento a spiegare a se stessi o, più spesso, a far
comprendere l’ultima delle ultime sfumature del proprio modo di pensare.
Nell’uno e nell’altro caso, ciascuno si cristallizzerà, sia nel
silenzio, sia nella parola, il che gli darà l’impressione di una
discordanza;
in realtà, è una nota di noi stessi che nessun orecchio
umano potrà mai intendere.
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