Il segreto della salvezza rivelato dall'incessante orazione
Come raggiungere la
salvezza?
Questa domanda sorge spontanea nella mente di tutti i
devoti cristiani che avvertono la natura ferita e debole dell'uomo e
al tempo stesso percepiscono in lui la permanenza dell'aspirazione
primordiale alla verità e alla giustizia. Chiunque abbia fede
nell'immortalità e nel premio della vita eterna si incontra
involontariamente, se solo rivolge lo sguardo al cielo, con questo
pensiero: come salvarsi?
Nel tentativo di risolvere tale questione,
l'uomo interroga esperti e sapienti, e legge poi, su loro consiglio,
i libri edificanti che gli scrittori spirituali hanno dedicato a
questo argomento, cercando di seguire con zelo le regole e le sagge
indicazioni udite e lette.
In tutti questi insegnamenti gli vengono
sempre richiesti, come condizioni indispensabili alla salvezza, una
vita devota, opere ascetiche di vario genere e uno sforzo costante
per giungere alla piena negazione di sé. Tutto questo dovrebbe
guidarlo a compiere buone azioni, a osservare fedelmente tutti i
comandamenti di Dio, a testimoniare una fede salda e incrollabile...
Più in là, gli verrà spiegato che queste condizioni preliminari
della salvezza devono essere necessariamente realizzate tutte insieme
e nella massima umiltà. Le virtù, infatti, dipendono l'una
dall'altra e devono sostenersi, perfezionarsi e stimolarsi
reciprocamente, così come i raggi del sole mostrano la loro forza e
fanno scaturire la fiamma soltanto se vengono concentrati in un unico
punto attraverso un vetro.
In caso contrario, "chi e infedele
nel poco, lo sarà anche nel molto".
Inoltre, per essere ancor
più definitivamente convinto della necessità di questa attività
complessa e integrale, l'uomo alla ricerca della salvezza ascolterà
alte lodi delle virtù e severi biasimi della miseria e delle
disgrazie che derivano dai vizi. Tutto questo verrà infine sigillato
dalla promessa, non certo menzognera, che nella vita eterna egli
riceverà una ricompensa meravigliosa e beata, oppure una punizione
tormentosa e terribile. Ecco, questo è l'indirizzo generale delle
prediche dei nostri giorni.
Indirizzato in questo
senso, l'uomo che desidera appassionatamente la salvezza si dedicherà
allora con ardore a mettere in pratica tali insegnamenti, applicando
alla sua esperienza tutto quel che ha udito e letto. Ma, ahimè, sin
dal primo passo del suo cammino egli non riuscirà a raggiungere ciò
a cui aspira, subito prevedendo e verificando in se stesso che la
natura degenerata e debole avrà la meglio sulle convinzioni della
ragione; vedrà che il suo libero arbitrio è legato, le inclinazioni
depravate, la forza dello spirito inadeguata. Sempre più consapevole
della sua impotenza, egli giungerà naturalmente a domandarsi se
esistano davvero mezzi tali da consentirgli di osservare quanto è
prescritto dalla legge di Dio e richiesto dalla devozione cristiana,
come sono già riusciti a fare tutti coloro che si sono resi degni
della salvezza e della santità.
E allora, nel tentativo di
conciliare dentro di sé le aspirazioni della ragione e della
coscienza con l'insufficienza delle sue forze, egli si rivolgerà
ancora ai predicatori della salvezza per chiedere loro: "Come
raggiungere la salvezza?" Come giustificare l'impossibilità di
rispettare le condizioni necessarie alla salvezza? E lo stesso
predicatore, è davvero in grado di mettere in pratica tutto quel che
insegna? Il postulante riceverà allora una risposta perentoria e
universale: «Chiedi a Dio, prega Dio affinché ti aiuti!».
Ma allora non sarebbe più
fruttuoso dedicarsi sin dall'inizio e con assiduità alla preghiera,
strumento perfetto per compiere tutto quel che richiede la devozione
cristiana e tramite il quale si consegue la salvezza? Questa è la
conclusione cui giunge l'uomo devoto, che si applica allora subito
allo studio della preghiera, leggendo, riflettendo e pesando gli
insegnamenti degli scrittori che hanno studiato tale argomento. Senza
dubbio, egli troverà in questi scrittori pensieri luminosi, concetti
profondi e espressioni incisive. Uno riflette esaurientemente sulla
necessità della preghiera, un altro sulla sua forza e sui suoi
benefici frutti, un altro ancora sull'obbligo di pregare o sul fatto
che la preghiera richiede zelo, attenzione, fervore, purezza mentale,
riconciliazione con i nemici, umiltà, contrizione e tutti gli altri
requisiti che non possono mancare quando si prega...
Ma assai di rado si
trovano risposte chiare ed esaurienti alle prime e più importanti
domande: che cosa sia la preghiera di per sé e in che modo ci si
debba concretamente accostare ad essa; cosicché, l'uomo che desidera
ardentemente pregare si trova ancora una volta di fronte a un velo di
mistero. Tutte le sue letture gli lasceranno nella memoria soltanto
l'aspetto esteriore, pur se devoto, della preghiera, ed egli giungerà
allora alla conclusione che per pregare occorre andare in chiesa,
fare il segno della croce, prostrarsi, inginocchiarsi, leggere i
salmi, i canoni, gli acatisti.
Questo, in generale,
pensano tutti coloro che non conoscono gli scritti dei santi Padri
sulla preghiera interiore e le opere contemplative. Infine, l'uomo in
cerca della preghiera incontra un libro che si chiama Filocalia, nel
quale venticinque santi Padri hanno esposto in maniera chiara e
comprensibile la dottrina integrale dell'autentica ed essenziale
preghiera del cuore. Il mistero della salvezza e della preghiera
comincia allora a sollevare il suo velo e l'uomo intravede che
pregare significa in realtà rivolgere tutto se stesso alla memoria
incessante di Dio, camminare alla sua divina presenza, ridestarsi al
suo amore riempiendo di Lui il proprio pensiero, fondere il Nome di
Dio con il respiro e i battiti del cuore, invocando con le labbra il
Santissimo Nome di Gesù Cristo, cioè recitando la Preghiera di
Gesù, in ogni istante e luogo e nel corso di qualsiasi attività..
Queste luminose verità,
dopo aver illuminato la coscienza di chi cerca la salvezza e averlo
indirizzato sul cammino che conduce allo studio e al conseguimento
della preghiera, lo convinceranno in breve tempo a dedicarsi
senz’altro alla realizzazione di questi saggi insegnamenti;
tuttavia, nel corso dei suoi tentativi irregolari, egli incontrerà
molte difficoltà, sinché una guida esperta non gli avrà rivelato
pienamente (sempre servendosi della Filocalia) la misteriosa essenza
delle azioni che portano alla salvezza.
E cioè che l'assiduità
o la perpetuità della preghiera (qualunque essa sia, da principio)
costituisce l'unico mezzo efficace per raggiungere tanto la
perfezione della preghiera interiore quanto la salvezza dell'anima.
L'assiduità della
preghiera è il fondamento su cui si regge l'intero processo che
conduce alla salvezza, come conferma san Simeone il Nuovo Teologo:
«Chi prega incessantemente riunisce in quest’azione ogni bene».
Pertanto, per manifestare
pienamente la verità di questa rivelazione, la guida spirituale la
spiegherà nel modo che segue: "Per la salvezza dell'anima è
necessaria, prima di ogni altra cosa, una fede autentica. Le Sacre
Scritture dicono: "Senza la fede è impossibile piacere a Dio;
chi non crederà sarà condannato". D'altra parte, la stessa
Sacra Scrittura mostra che con le sue sole forze l'uomo non può far
nascere in sé la fede, neppure in misura di un semino di senape; e
questo perché la fede non nasce in noi, ma è un dono spirituale di
Dio e ci viene trasmesso dallo Spirito Santo. Che fare, dunque? Come
conciliare le necessità dell'uomo con la sua impotenza? Sempre nella
Sacra Scrittura ci è spiegato il mezzo e ci sono anche forniti degli
esempi: chiedete e vi sarà dato. Ecco il mezzo! Infatti, per
ricevere e possedere un dono è necessario chiederlo; dobbiamo allora
pregare per ottenere la fede: Chiunque infatti domanderà otterrà.
Gli apostoli non potevano da soli far nascere in sé la fede, ma
pregavano Gesù Cristo: "Signore, rafforza la nostra fede".
Ecco un esempio di acquisizione della fede! Vediamo quindi che ]a
fede si ottiene con la preghiera.
Per la salvezza
dell'anima, oltre alla vera fede sono necessarie anche le buone
opere, le virtù, poiché la fede senza le opere è morta; perché
l'uomo è giustificato anche dalle opere, e non solo dalla fede, e se
vuoi entrare nella vita eterna osserva i comandamenti: non ammazzare,
non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza,
onora il padre e la madre e ama il tuo prossimo come te stesso io. E
tutti questi comandamenti devono essere osservati congiuntamente.
Chiunque infatti osserva tutta la legge ma pecca contro un solo
comandamento, si rende colpevole di tutti .
Così insegna il santo
apostolo Giacomo. E il santo apostolo Paolo, descrivendo le debolezze
dell’uomo, dice: "Nessuna carne sarà giustificata dinanzi a
lui per le opere della legge. Sappiamo infatti che la legge è
spirituale, ma io sono carnale, venduto al peccato, volere è in mio
potere, ma a compiere il bene non riesco: io non faccio il bene che
voglio ma il male che non voglio, dunque io stesso, con lo spirito
sono sottomesso alla legge di Dio, ma con la carne alla legge del
peccato" . In che modo realizzare allora le opere buone
prescritte dalla legge di Dio, se l'uomo è debole e non può
osservare i comandamenti?
E non può, sinché non
chiede e non prega per ottenere ciò. "Non ottenete perché non
chiedete", spiega il santo apostolo stesso. E lo stesso Gesù
Cristo dice: "Senza di me non potete fare nulla", E poi ci
insegna in che modo operare con lui: "Rimanete in me e io in voi
Chi rimane in me e io in questi produce molto frutto". Ma
rimanere in Lui significa percepire incessantemente la sua presenza,
chiedere incessantemente nel suo Nome: "Tutto quel che
chiederete nel mio nome vi sarà dato". Questo significa che
anche la capacità di compiere opere buone si ottiene con la
preghiera! Un esempio ci è fornito dallo stesso apostolo Paolo, che
per tre volte pregò per vincere una tentazione, si prostrò in
ginocchio dinanzi a Dio Padre perché fortificasse l'uomo interiore,
e infine ci comandò di pregare prima di ogni altra cosa e di pregare
incessantemente per ogni cosa.
Da ciò deriva che la
salvezza spirituale dell'uomo è tutta racchiusa nella preghiera e
che questa è necessaria più di ogni altra cosa, perché per suo
tramite si ravviva la fede e si realizzano tutte le virtù. In una
parola, con la preghiera si ottiene tutto, mentre senza di essa non
si può compiere nessun atto di devozione cristiana.
E' per questa ragione che
soltanto alla preghiera si chiede di essere perpetua e incessante; le
altre virtù hanno ognuna il suo tempo, ma alla preghiera è
comandato di essere incessante: Pregate senza interruzione.
Occorre
dunque pregare sempre, in ogni momento e in ogni luogo.
La vera preghiera
richiede condizioni particolari. Deve essere elevata con purezza di
cuore e di mente, fervido zelo, estrema attenzione, devozione e
umiltà assoluta. Ma chi in coscienza potrà non convenire di essere
ancora lontano dal rispettare tali indispensabili condizioni
dell'autentica preghiera? Chi non ammetterà di elevare la sua
preghiera più per costrizione e con uno sforzo su se stesso che per
amore, inclinazione e piacere di pregare? A questo proposito, le
Sacre Scritture affermano che l'uomo non è in grado di controllare
la mente e purificarla da tutti i pensieri superflui: perché i
pensieri dell'uomo sono rivolti al male sin dalla giovinezza e Dio
solo ci dà un altro cuore e uno spirito nuovo, perché il volere e
il fare è di Dio; e non sappiamo come e per che cosa pregare; così
afferma la Sacra Scrittura. Da ciò deriva che non siamo in grado di
pregare veramente, né possiamo scoprire le proprietà sostanziali
della nostra stessa preghiera!
Se così grande è
l'impotenza dell'uomo caduto, in che modo la sua forza e la sua
volontà possono essere rivolte al conseguimento della salvezza?
Senza preghiera, l'uomo non può acquisire la fede e neppure compiere
buone azioni; anzi, egli non sa neanche pregare veramente.
Qual è dunque la parte
dell'uomo, che cosa è in potere delle sue forze e della sua libertà
per evitare la rovina e giungere alla salvezza?
Il Signore ha voluto che
la cosa più importante di ogni azione, vale a dire la qualità,
fosse riservata alla sua volontà e al suo dono. E per mostrare più
chiaramente all'uomo la sua dipendenza dalla volontà divina e
insegnargli in questo modo l'umiltà, Dio ha lasciato alla volontà e
alle forze umane soltanto la quantità della preghiera, comandando di
pregare incessantemente, in ogni tempo e in ogni luogo. Con ciò
pertanto è rivelato il metodo segreto per raggiungere la preghiera
autentica, e al tempo stesso la fede, l'osservanza dei comandamenti e
la salvezza!
Dunque, la parte
dell'uomo è la quantità; l'assiduità della preghiera è di
competenza della sua volontà. Così insegnano anche i Padri della
Chiesa. San Macario il Grande scrive: «Pregare, in un modo o
nell'altro (ma con assiduità), compete alla nostra volontà, ma
pregare nel modo giusto è un dono della grazia». Il beato Esichio
afferma invece che «la frequenza della preghiera diventa abitudine e
infine si trasforma in una cosa naturale» e che «senza la frequente
invocazione del Nome di Gesù Cristo è impossibile purificare il
cuore».
Prima ancora di
cimentarsi nelle imprese ascetiche e di acquisire le virtù, i beati
Callisto e Ignazio consigliano di recitare spesso, anzi
incessantemente, la preghiera del Nome di Gesù Cristo, poiché la
frequenza purifica gradualmente anche la preghiera imperfetta. Il
beato Diadoco afferma che l'uomo non cade nella tentazione se,
pregando, invocasse il più spesso possibile il Nome del Signore.
Come sono saggi e vicini
al cuore questi insegnamenti pratici dei Padri, che con esperta
semplicità illuminano i metodi più efficaci per perfezionare
l'anima! E come sono radicalmente diversi dagli insegnamenti morali
della ragione teoretica! La ragione ci esorta a compiere questa o
quella buona azione, ad essere coraggiosi e perseveranti, a credere
nei buoni esiti delle virtù; incita, ad esempio, a purificare la
mente e il cuore dai desideri di vanità e a riempirli con
riflessioni edificanti, a operare il bene per essere sereni, a vivere
secondo ragione e coscienza... Ma, ahimè, nonostante i nostri
sforzi, tutto questo non sarebbe mai sufficiente senza un frequente
ricorso alla preghiera, senza richiedere cioè l'aiuto di Dio.
Ritorniamo ora agli
insegnamenti dei Padri e prendiamo in considerazione, ad esempio,
quello che essi dicono riguardo alla purificazione dell'anima. San
Giovanni Climaco scrive: "Se l'anima è oscurata da pensieri
impuri, sconfiggili ripetendo frequentemente il Nome di Gesù. Non
esiste arma più efficace e forte di questa, nè in cielo nè in
terra". E San Gregorio Sinaita insegna: «Sappi che nessuno può
controllare con le sue sole forze la propria mente; se i tuoi
pensieri sono impuri, invoca con assiduità e frequenza il Nome di
Gesù Cristo e quelli svaniranno da soli». Com'è semplice, facile e
al tempo stesso efficace questo metodo, e com'è diverso da quello
proposto dalla ragione teoretica che tenta presuntuosamente di
raggiungere la purezza con i suoi soli mezzi!
Adesso che abbiamo preso
in considerazione i saggi insegnamenti dei santi Padri, possiamo
grazie ad essi giungere alla conclusione che il principale, il più
efficace, e anzi l'unico mezzo per operare il bene e al tempo stesso
ottenere la salvezza consiste nella preghiera assidua e incessante,
per quanto imperfetta possa essere.
Anima cristiana, se non
trovi in te stessa la forza di prostrarti a Dio in spirito e verità,
se il tuo cuore non conosce ancora il tepore e la dolcezza della
preghiera interiore e mentale, offri allora in sacrificio a Dio
quella preghiera che puoi pronunciare, adeguata alla tua volontà e
alle tue forze!
Che i tuoi poveri organi
corporei, le labbra in primo luogo, facciano l'abitudine
all'invocazione frequente e continua, che invochino cioè spesso,
senza interruzione, il Nome potente di Gesù Cristo.
Non è difficile, ognuno
lo può fare! E' proprio questo che richiede il saggio insegnamento
del santo Apostolo: "Per mezzo di lui offriamo di continuo a Dio
un sacrificio di lode, il frutto cioè delle labbra che confessano il
suo Nome".
L'assiduità genera
necessariamente l'abitudine e finisce col divenire cosa naturale,
coinvolgendo nel corso del tempo anche la ragione e il cuore. Se
l'uomo riuscisse a osservare con perfezione almeno quest'unico
comandamento divino della preghiera perpetua, adempirebbe di
conseguenza anche tutti gli altri; infatti, se in ogni tempo, luogo e
occupazione l'uomo pregasse, invocando segretamente il divino Nome di
Gesù Cristo, all'inizio magari senza fervore dell'anima né zelo,
facendo soltanto forza a se stesso, non gli resterebbe comunque tempo
per dedicarsi a vane conversazioni, per criticare il prossimo, per
sprecare la sua vita in indegne soddisfazioni dei sensi. Ogni suo
pensiero impuro verrebbe imbrigliato e non potrebbe diffondersi, le
azioni peccaminose troverebbero un terreno meno fertile di quanto
avviene in una mente vuota, i discorsi verbosi o insignificanti
diminuirebbero o cesserebbero completamente e ogni trasgressione
sarebbe purificata dalla grazia che deriva dall'invocazione assidua
del Nome di Dio. Il frequente esercizio della preghiera
distoglierebbe l'anima dalle azioni peccaminose e la attirerebbe
verso la sua meta primaria: l'unione con Dio!
Ecco, adesso puoi
comprendere come nella preghiera sia importante e indispensabile la
quantità. L'assiduità è l'unico mezzo che permetta di rendere pura
e autentica la preghiera, e nello stesso tempo e la migliore e più
efficace preparazione ad essa e la via più rapida per giungere al
fine stesso della preghiera, e cioè alla salvezza!
Per convincerti
definitivamente della necessità di pregare senza interruzione tieni
ben presenti questi tre punti:
1) ogni sollecitazione,
ogni pensiero rivolto alla preghiera è opera dello Spirito Santo,
voce del tuo Angelo custode;
2) il Nome di Gesù
Cristo invocato nella preghiera contiene in sé una forza autonoma e
benefica;
3) non si deve dunque
essere turbati dall'aridità o dall'imperfezione della propria
preghiera, ma bisogna attendere con pazienza i frutti della frequente
invocazione del Nome di Dio.
Non ascoltare quindi
l'opinione superficiale e irresponsabile delle persone vane, secondo
le quali la preghiera frequente ma tiepida è un inutile spreco di
fiato.
No, la forza del Nome di
Dio e la frequenza della sua invocazione daranno frutto a loro tempo!
Di questo ha detto
magnificamente uno scrittore spirituale: «So che molti filosofi
falsamente sapienti e pseudo-spirituali, sempre alla ricerca di una
vana grandezza e di pratiche nobili soltanto agli occhi della ragione
e dell'orgoglio, ritengono che il semplice e assiduo esercizio della
preghiera vocale sia un'occupazione insignificante e futile, e
addirittura una perdita di tempo». Ma questi sciagurati si ingannano
e dimenticano l'insegnamento di Gesù Cristo: Se non diverrete come i
fanciulli non entrerete nel Regno dei Cieli Si, costoro pretendono di
costruire una scienza della preghiera sulle incerte fondamenta della
ragione naturale.
Ma occorrono forse studi,
ragione e sapienza per pronunciare con cuore puro: Gesù, Figlio di
Dio, abbi pietà me?
Non è stato forse lo
stesso nostro divino Maestro a lodare queste frequenti preghiere? E
non è forse vero che per mezzo di queste brevi ma frequenti
invocazioni sono stati richiesti e ottenuti dei prodigi? Sii forte, o
anima cristiana, e non cessare di pronunciare incessantemente la tua
preghiera! Non devi farlo, neppure sé il tuo grido scaturisce da un
cuore ancora distratto e solo parzialmente libero dalle cose del
mondo! Devi invece proseguire, senza interruzione e senza turbamento,
e la tua preghiera si purificherà in virtù dell'assidua
ripetizione. Non dimenticare mai quel che dice l'apostolo: "chi
abita in voi è più grande di colui che è nel mondo. Dio è più
grande del nostro cuore e conosce ogni cosa".
E dunque, se tutti questi
argomenti ti hanno convinto che nonostante le nostra impotenza
l'assiduità della preghiera è efficace, accessibile a ognuno e
interamente dipendente dalla volontà umana, deciditi a
sperimentarla, all'inizio anche solo per un giorno. Cerca di fare in
modo che la tua preghiera sia frequente, cosicché nel corso
dell'intera giornata all'invocazione del Nome di Gesù Cristo sia
dedicato più tempo che a tutte le altre occupazioni. Ti accorgerai
allora senza alcun dubbio che proprio grazie a questa priorità della
preghiera sulle altre occupazioni quotidiane tale giorno non è stato
sprecato, ma guadagnato nel cammino verso la salvezza; e sulla
bilancia del giudizio di Dio questa preghiera frequente farà salire
il piatto delle tue debolezze e cattive azioni, e cancellerà i
peccati di quella giornata nel libro della coscienza, facendoti
procedere sulla via della devozione e donandoti la speranza di
conseguire la santificazione e la vita eterna.
(Racconti di un pellegrino russo, estratto)
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