Seduta in un bar, mi interrogo sulla definizione degli obiettivi.
Un obiettivo e' tale quando e' chiaro, misurabile, verbalizzato, temporizzato ed unicamente dipendente da me....
Insomma, quando riesco ad "annusarlo", come se fosse gia' mio, anche se lo diventera' in futuro.
A meno di aggiustamenti, ridefinizioni, correzioni... compromessi.
E' quella cosa che ti concentra, che ti fa eliminare le distrazioni, che ti muove, che ti tende.
Che bellezza. Gia'. Peccato io non abbia obiettivi di questo tipo.
O, meglio, obiettivi ne ho anch'io, visto che i miei piedi durante il giorno spesso mi portano in giro, ed ho letto da qualche parte che per capire cosa desideri, devi controllare dove ti hanno portato i tuoi piedi....
Dove sono i miei piedi, visto che vivo in un regime democratico e non ho occupazioni lavorative con postazioni fisse, e' un ottimo primo livello di analisi per valutare dove e' il mio cuore, centro dei miei desideri, per la maggior parte nascosti a me stessa.
Ripeto, sono in un bar.
E mi interrogo sugli obiettivi.
Insomma, io, il mio spirito incarnato e la mia anima decisionale, siamo qui.
I miei piedi sono proprio qui, sotto il tavolino, li sento.
La mia mente e' altrove.
Ecco quale dovrebbe essere il mio primo obiettivo.
Tenere ancorata la mia mente nel presente in cui vivo, al presente dove i miei piedi mi accompagnano.
Sto giungendo alla conclusione che vivo veramente una vita immaginaria.
Senza piedi, senza carne, quindi falsa, falsissima.
Figlia della menzogna. Fortuna che e' arrivato Lui, il Forte.
Senno' stavo fresca.
Bah.
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