mercoledì 30 aprile 2014

La pietra angolare

Io sono rancorosa o, meglio, ingenua nel mio essere senza prudenza e nel dare grande fiducia, confidenza, stima a tutti, senza prima farne esperienza "convalidante", per poi far cadere dal pero senza appello.
Sto vivendo questo con il mio "capo".
Ammetto che ho dei problemi di prurito nei confronti dell'autorita', ma forse e' meglio dire che ho dei problemi con l'autorita' quando questa non e' all'altezza del suo ruolo.
Detto cosi' potrebbe apparire lecito, diciamo che giudico un po' troppo secondo i miei parametri, piuttosto che rispetto a parametri oggettivi.... (e qui ritorna la sensatezza fondamentale di avere un metro di giudizio, un termine di paragone, indipendente, invariante rispetto ai miei - o di chichessia - mal di pancia passeggeri).
Stamattina ecco un'altro di questi scatti di ribellione all'autorita', anche se solo vissuto nel mio stomaco.
Un mal di pancia che sta facendo a pugni con la mia volonta' di star serena e di essere positiva.
Allora ho pensato: Gesu' e' morto per salvare me e tutti, non me e gli altri fa nulla.
Anzi, ai Suoi occhi e' grande chi ritiene l'altro importante quanto se'.... che non accetta di essere salvato senza portare l'altro, il peccatore, con se' (Parola della Croce)
E, allora, forse, la chiave di volta, il punto di vista oggettivo, esterno, indipendente, invariante, e' vivere la compassione di Gesu', di Dio, per l'anima umana, capolavoro della creazione visibile.
Compassione per ogni anima, per tutte le anime.
Il riuscire ad entrare nel Suo progetto, nella Sua volonta' di costituirci a Sua immagine e somiglianza, anche nella nostra liberta', potenza culmine dell'anima.
Potenza oggi corrotta, oscurata, ingabbiata, malata, incancrenita.
E poi vivere il dolore della mancanza di relazione in Gesu' con la Trinita' Beata, fondamento della nostra vita vera ed eterna.
Se io riesco ad immaginare questo per me ed a dispiacermi per le offese fatte a Dio, che corrispondono alla mia morte, scelta e consapevole nel rifiuto o nella non retta conoscenza di Lui,
perche' non posso compassionarmi e dispiacermi per gli alti a me prossimi, quando noto una vita sbagliata, una vita storta, pensieri erronei che corrispondono ad una non accettazine del Risorto nella propria vita??
Perche' il riconoscermi frutto di una storia sbagliata per colpa mia e di altri, oltre che oggetto di una chiamata alla fede, di cui ancora non mi capacito e di cui non smetto ancora di ringraziare il mio misterioso benefattore, non potrebbe essere il trampolino per rendermi conto dell'offesa che quell'anima fa al Cuore di Gesu', oltre all'offesa che gli faccio io -cosi' beneficata - giudicando e non compassionando?
Dovrei iniziare a pregare per la conversione del mio prossimo, davvero.
Cio' che manca e' Lui, Lui che vuole essere tutto in tutti, Lui che puo' esserLo, ma attende la nostra collaborazione.
Forse vivere di compassione cambia.
La compassione di riconoscere che molti non sanno di essere oggetto di un amore folle.
La compassione per l'Amante rifiutato.
La compassione per l'amato abbindolato.
La preghiera perche' il velo dell'errore venga strappato.

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