venerdì 13 ottobre 2017

Il padre spirituale


PERCHÉ STAI CERCANDO UN PADRE SPIRITUALE?
(don Mauro Bozzola)
 
SITUAZIONI E MOTIVI SBAGLIATI per cercarti un padre spirituale.

Motivo o situazione di partenza
Giusto o sbagliato?
Dove andare
Sei in conflitto con il tuo marito/ moglie/ ragazzo/ ragazza e non sai cosa fare.
Sbagliato.
Tu cerchi uno che ti risolva i problemi, non un prete. Vai da uno psicoterapeuta specializzato sulla relazione di coppia.
Ti senti triste e incompresa, non sei soddisfatta della tua vita e cerchi consolazione
(di solito è una donna che, in questa situazione, cerca un prete).
Sbagliato.
Tu cerchi un consolatore, non un prete. Vai dalla parrucchiera o da un massaggiatore, che ti sa ascoltare, ti capisce bene e ti consola con un bella messa in piega o un buon massaggio. Il prete non ha tempo, deve fare il prete, non il consolatore.
Hai un problema di insoddisfazione profonda rispetto alla tua vita, alla tua giornata, alle tue cose.
Sbagliato.
Un prete non può rispondere a questa tua situazione. Iscriviti a un sano corso di catechesi, per esempio al corso dei dieci comandamenti.
Dopo un paio d’anni di ascolto, va pure da un prete. Se ci vai prima, non serve a niente. Perdi tempo tu e lo fai perdere al prete.
Ti senti solo e ti pare che nessuno ti capisca.
Sbagliato.
Tu cerchi un amico, non un prete. Iscriviti a un club, per esempio al Milan club o al club dei ciclisti della domenica e vai a fare qualche gita.
 

In pratica, cosa non chiedere ad un padre spirituale?

– consolazione;
– di essere capito/a;
– che diventi tuo amico;
– che risolva le tue questioni o problemi, per cui hai bisogno di sentirlo al sorgere di ogni nuova difficoltà.
Stai cercando una realtà che non esiste, e stai creando una dipendenza dannosa;
– che ti cerchi, ti mandi sms, risponda alle tue mail;
– che sia sempre disponibile ai tuoi bisogni;
– che sappia tutto di te (per cui devi raccontargli ogni dettaglio della tua esistenza, delle tue giornata, ogni cosa che ti passa per la testa);
– che ti risolva i conflitti personali, di coppia e relazionali (non è uno psicologo)
Certe cose non si risolvono: si impara a conviverci nel Signore, o si superano o si gettano via semplicemente.

 Alle volte è molto più semplice di quanto ami raccontarti, soprattutto se sei abituato a piangerti addosso!
Se cerchi queste cose, Il prete di deluderà, perché non può darti quello che cerchi!
Lui è un prete, e se ha imparato bene a essere prete, prima o poi ti manderà via.


 

SITUAZIONI INTELLIGENTI e MOTIVI GIUSTI per cercare un padre spirituale

Motivo o situazione di partenza
Giusto o
sbagliato?
Vai pure dal prete
Hai cominciato a conoscere il
Signore, ma non sai come stare
alla sua presenza.
Giusto.
Un prete può aiutarti a imparare a pregare: come si prega, quanto e quando.
Anche se cerchi di vivere una
vita cristiana, alle volte hai una
strana tristezza interiore.
Giusto.
Un prete può aiutarti a conoscere la vita spirituale: come parla il Signore, come parla il nemico; cosa fare quando parla il nemico,
come crescere alla presenza del Signore.
Hai incontrato il Signore e ti stai interrogando su alcune cose
della tua vita: la tua vocazione, il rapporto con i soldi, con il tuo
tempo … e hai bisogno di
confrontarti
Giusto.
Sei in ricerca vocazionale, oppure il Vangelo ti sta interrogando su alcuni aspetti della tua esistenza. Il Prete può darti una mano.
 

Cosa quindi chiedere ad un sacerdote nella direzione spirituale?

• Che ti insegni a pregare.
• Che ti alleni all’arte del discernimento: capire come agisce il Signore nella tua vita, come ti
tenta il nemico, e dopo aver imparato a capire e riconoscere, imparare ad “agire” secondo la legge dell’amore, che è obbedienza la Vangelo.
• Che ti aiuti a stare nell’obbedienza della Chiesa, Corpo di Cristo, unico luogo dove puoi concretamente incontrare il Dio che si è rivelato in Gesù, che è la via, la verità e la vita. Quello
che pensi tu è un’opinione, la tua, non la verità, e di solito il tuo punto di vista è abbastanza
approssimativo, se non addirittura sbagliato.
Abbi l’umiltà di metterti in ascolto della Chiesa, senza pretendere sempre che ciò che pensi tu sia la verità.
La verità esiste, e di solito non coincide con la tua opinione.
• Che celebri per te la confessione sacramentale.
• Che ti aiuti ad attraversare con il Signore Gesù momenti complicati della tua esistenza. Ma
per far questo devi conoscerlo il Signore Gesù, o desiderare di conoscerlo.

 

Come funziona un colloquio spirituale

• Di solito, ci si trova con il padre spirituale ogni mese e mezzo.
• L’incontro dura una mezz’oretta, in casi particolari anche qualcosa di più, ma non deve mai
superare i 40/45 minuti. Diventa dannoso, e crea dipendenze inutili.
• Devi prepararti, sapere di cosa vuoi parlare. Se vai senza sapere cosa dire, perdi tempo tu e
lo fai perdere al prete. Il tempo è prezioso, non va sprecato.
• Ogni volta, è utile fermarsi su uno, al massimo due temi o questioni.
Non devi raccontare tutta la tua vita al padre spirituale (se questo fosse necessario, dovresti incontrarlo almeno tre volte alla settimana), ma solo qualche fatto concreto che esemplifichi il tema che vuoi affrontare.
Qualche volta, invece, sono le “urgenze del momento che stai vivendo” a decidere di cosa parlare.
• Se hai ricevuto dei “compiti”, delle cose su cui riflettere o esercitarti, è utile cominciare da
questi. Ricordali tu al padre spirituale, che potrebbe non avere presente il punto di cui hai
parlato la volta precedente. Se non li hai svolti, i compiti, non importa. Capita, e capitano
anche periodi infecondi, duri, difficili, di “deserto”. Ma se i compiti che ti vengono affidati non li
svolgi mai, cosa ci vai a fare da un padre spirituale?
• Il colloquio spirituale va distinto dalla confessione, che va fatta prima o dopo. Sei tu che devi
chiederla.
Se non sai confessarti, chiedi che ti venga insegnato.
La confessione è un Sacramento, un incontro tra il tuo peccato e l’amore di Dio, che diventa
sempre più vero man mano che lo sperimenti (nella confessione, appunto); un atto puntuale,
breve (4/5 minuti), non una discussione o un approfondimento di temi.
Ti confessi non perché “te la senti”, ma perché è necessario.

 

Il prete potrà aiutarti, ma sono necessarie alcune altre cose:

• Una Chiesa concreta in cui inserirti: una comunità, che non coincide con la partecipazione alla Messa parrocchiale della domenica, che resta sì il centro della tua vita cristiana, ma risulta spesso essere anche una presenza (la tua) in una massa anonima.
Hai bisogno di trovare una piccola comunità (dalle 10 alle 40 persone al massimo) con cui ritrovarti settimanalmente per
pregare, con cui crescere nella comprensione delle cose cristiane (si chiama catechesi), con cui
imparare a confrontarti con il Vangelo, a fare la carità, l’evangelizzazione, con cui vivere una
reale fraternità nel Signore…
Non si è mai cristiani da soli, non lo si diventa da soli, e non si cresce da soli!
• Devi metterti in stato di “lavoro”: non si cresce spontaneamente e di colpo, ma con la fatica e a piccoli passi. È necessario imparare ad accettare dei compiti da svolgere, su cui di volta in volta confrontarsi

(preso qui)

Nessun commento:

Posta un commento