martedì 24 ottobre 2017

Il Crocifisso di Collevalenza


Lo scultore spagnolo Cullot Valera nel 1930 ebbe l'incarico di scolpire un Crocifisso nel quale fosse evidente non tanto lo strazio della croce quanto l'amore che ha portato Gesù sulla croce per annientare i nostri peccati col suo sangue.

Per esprimere questo, Gesù è rappresentato:
1.    ancora vivente; col corpo non straziato né accasciato ma dritto, in atteggiamento di vittima volontaria; col volto che trasfonde tanta serenità pur in mezzo a dolori e sofferenze; con lo sguardo rivolto al cielo mentre dice al Padre: «Perdonali, perché non sanno quello che fanno»; col cuore dipinto sul petto con la scritta Charitas (Amore).
2.    L'ostia dietro alla croce è l'Eucaristia dei nostri altari sui quali ogni giorno il Signore rinnova il sacrificio della croce e dà a noi in cibo se stesso, segno di un amore portato fino all'incredibile.
3.    II globo su cui poggia la croce sta a indicare l'universalità dell'amore salvifico di Dio; Cristo infatti è morto per salvare il mondo intero.
4.    La corona regale sopra il globo ricorda che Cristo è un Re che regna dalla croce perché, attirandoci tutti a Sé con la sua morte e risurrezione, ha fatto di noi il popolo dei figli di Dio, il regno dell'amore e dell'immortalità.
5.    II libro sul lato sinistro è il Vangelo, aperto alla pagina ove si legge: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato». La pratica del comandamento nuovo`è il segno dell'appartenenza al regno di Dio: «Da questo vi riconosceranno che siete miei seguaci».
Madre Speranza chiese a Gesù un consiglio per trovare un modello e Gesù stesso si preoccupò di indicargli un giudeo "che aveva uno dei corpi più perfetti".

 


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