martedì 4 aprile 2017


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Se - nel generale ottenebrarsi e smarrirsi dell’umano - scorgo dinanzi a me un compito, indipendente e posto con purezza, è unicamente questo:
rafforzare l’intimità con la morte grazie alle più profonde gioie e magnificenze della vita;
rendere la morte, che mai è stata un’estranea, nuovamente conoscibile e tangibile nella sua qualità di tacita complice di ogni cosa viva. […]
Nessun compito ci è affidato più incondizionatamente del quotidiano imparare a morire; ma non è rinunciando alla vita che si arricchisce la nostra sapienza della morte. […]
Noi dobbiamo accogliere la nostra esistenza quanto più ampiamente ci riesca; tutto anche l’inaudito deve essere ivi possibile.

(Rainer Maria Rilke - preso qui)


Gesù, amore dell'anima mia,
insegnami a morire, ed imparerò a vivere.
Insegnami a donarti tutto, per riavere tutto.
Insegnami a passare in Te, perché Tu sia in me.
Nella mia quotidianità quanti rifiuti all'ordinario scorrere delle cose, quanti egoismi, quante rabbie, quanti "ma tu non sai chi sono io"
Tu non sai chi sono io? Chi sono io?
Nulla, se Tu non mi animi, se non ho Vita da Te.
Insegnami, Maestro di Vita, insegnami a morire, per conoscere la forza del tuo abbraccio d'amore.
Non voglio fuggire, non voglio far pace con i miei malesseri, non voglio vivere senza preoccupazioni, ansie, angosce. Voglio, in tutto questo, stare con Te.
Insegnami a morire.
Imparerò a gustare la bellezza della vita.


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