Riflessioni stra-personali sul mio cammino di conversione. Nessuno nasce imparato, io no di certo. Quindi pregando, camminando, ascoltando, leggendo, meditando, osservando, cerco di imparare. Anzi: cerco di disimparare me ed il mondo, per abbandonarmi alla meraviglia dell'invisibile.
venerdì 21 aprile 2017
All'ombra - Trilussa
Mentre me leggo er solito giornale
spaparacchiato all'ombra d'un pajaro
vedo un porco e je dico: "Addio, majale!"
vedo un ciuccio e je dico: "Addio, somaro!"
Forse 'ste bestie nun me capiranno,
ma provo armeno la soddisfazione
de potè dì le cose come stanno
senza paura de finì in priggione
Trilussa
mercoledì 19 aprile 2017
Morti che crediamo essere vivi - Léon Bloy
Rimarrà la putrefazione universale.
E’ necessario richiamare alla memoria l’importanza infinita d’un’anima viva; importanza tale, che, l’indomani d’un cataclisma, un solo uomo risparmiato basterebbe a rappresentare provvisoriamente una generazione.
E’ necessario richiamare alla memoria l’importanza infinita d’un’anima viva; importanza tale, che, l’indomani d’un cataclisma, un solo uomo risparmiato basterebbe a rappresentare provvisoriamente una generazione.
Questo, non c’è bisogno di dirlo, dev’essere inteso in senso spirituale.
La popolazione del globo è valutata da mille e quattro a mille e cinquecento milioni d’individui.
Quante anime realmente vivono in questo brulichìo d’esseri umani?
Una ogni centomila, forse, od una ogni cento milioni.
Non si sa.
Vi sono uomini superiori, uomini anche di genio, se volete, la cui anima non è stata investita dal soffio della vita e che muoiono senza aver vissuto.
Un cuore semplice dirà ogni giorno, piangendo d’angoscia: «In che rapporti sono io con lo Spirito di Dio, con lo Spirito Santo? Vivo io veramente o sono un morto da portare alla sepoltura?».
E’ spaventoso pensare che viviamo in mezzo a una folla di morti che crediamo essere vivi; che l’amico, il compagno, il fratello forse, che ho visti questa mattina e che rivedrò questa sera, hanno una vita soltanto organica, una sembianza di vita, una caricatura d’esistenza, e che in realtà essi si distinguono appena da coloro i quali si squagliano nelle tombe.
giovedì 13 aprile 2017
Trisagio alla Santissima Trinità
V. Sia benedetta la santa e
indivisibile Trinità, ora e sempre nei secoli dei secoli.
R. Amen.
V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio
aiuto.
V. Gloria al Padre, e al Figlio e
allo Spirito Santo.
R. Come era nel principio, e ora e
sempre nei secoli dei secoli. Amen.
ATTO DI CONTRIZIONE
Amorosissimo Dio trino
ed uno, Padre, Figlio e Spirito Santo, nel quale credo, in cui spero, che amo
di vero cuore: conosco che essendo voi mio Padre non vi ho amato, essendo mio
Redentore vi ho disprezzato, essendo mio Benefattore non vi ho corrisposto: ma
ora pentito dei miei errori, confesso il gran torto che vi ho fatto, e propongo
fermamente di non più peccare, e di amarvi sopra ogni cosa; perché siete
infinitamente buono e degno di essere amato.
Perdonatemi, o mio Dio, l'abuso da
me fatto della vostra grazia: spero che per l'intercessione di Maria Santissima
mi concederete ciò che vi domando. Così sia.
INNO
Già
declina al tramonto il sol di fuoco,
Tu
che sei unità, luce perenne,
Trinità
divinissima,
Infondi
la tua carità nei cuori.
Nella
candida aurora ti lodiamo,
Nel
tramonto liete lodi ti innalziamo,
Affinché
Tu conceda ai supplicanti
Di
lodarti un dì con tutti i santi.
Al
Padre eterno, al Figlio suo unigenito
E
a Te dator d'eterna vita Spirito,
Ora
e sempre nei secoli dei secoli,
Si
dia gloria, eterna lode. Amen.
lunedì 10 aprile 2017
Al Sacro Cuore - S. Teresa di Lisieux
1 – Presso al Sepolcro Maria Maddalena cercava Gesù; era in pianto, inginocchiata.
Tanto era il suo dolore che nemmeno gli Angeli potevano lenirne la
pena;
né il vostro dolce splendore, Arcangeli luminosi, bastava a consolarla.
Voleva vedere il Signore degli Angeli, recarselo via, lontano, sulle
braccia.
2 – Al santo Sepolcro, rimasta l'ultima, Maria era lì, assai prima
dell'alba;
e venne il suo Dio, velando la propria luce: né lei poteva vincerlo in
amore
Mostrandole allora il suo Volto benedetto, subito fiottò dal suo Cuore
una parola sola,
in un mormorio il dolce nome di
Maria
E le rese la pace, la felicità.
3 – Un giorno, mio Dio, come la Maddalena , ho voluto vederti,
avvicinarmi a te;
e tuffando lo sguardo nell'immensa pianura e cercandone il Re e il
Signore, gridai,
verso l'onda, l'azzurro stellato, e il fiore e l'uccello:
Se io non vedo Iddio, stupenda natura, tu non sei nient'altro per me
che uno sterminato sepolcro.
4 – Io ho bisogno di un cuore ardente di tenerezza, a mio eterno,
inalienabile sostegno:
cui tutto sia caro di me, che ami anche la mia debolezza, e mai
m'abbandoni, né giorno né notte.
Non ho potuto trovare creatura capace d'amarmi sempre, e senza mai
morire:
Io ho bisogno di un Dio che assunta la mia natura, mi si faccia
fratello e capace del mio soffrire.
5 – E mi hai inteso, mio Sposo che io amo…
Per rapire il mio cuore ti sei fatto mortale e, supremo mistero, hai
dato il tuo sangue:
e ancora, per me, vivi sull'altare.
Se non posso vedere la luce del tuo volto , né udire quella voce grave
di dolcezza,
posso, o mio Dio, vivere della Grazia, e riposare sul tuo Sacro Cuore!
6 – Cuor di Gesù, tesoro di tenerezza, mia gioia e sola speranza,
tu che sapesti benedire e rallegrare la mia gioventù,
resta con me fino alla mia ultima sera.
Signore, a te solo ho dato la mia vita, e tu solo conosci tutti i miei
desideri.
Ed io voglio perdermi, o Cuore di Gesù, nella tua sempre infinita
bontà.
7 – Davanti ai tuoi occhi, so bene, nessuna delle nostre giustizie ha
valore;
e io voglio gettar nel tuo Cuore divino i miei sacrifici, per dar loro
un valore.
Tu non trovasti nemmeno i tuoi angeli senza macchia;
dettasti la tua legge tra i fulmini.
Ed io mi nascondo nel tuo sacratissimo Cuore, e non tremo:
tu la mia virtù!
8 – Per contemplare la tua gloria, lo so, bisogna passar tra le fiamme:
ed io, io eleggo per mio purgatorio il tuo amore ardente, o Cuore del
mio Dio!
lasciando la vita quest'anima esiliata vorrebbe compiere un atto di
puro amore,
eppoi, volando in cielo, mia patria, entrarti diritta in Cuore!
Ottobre 1895
domenica 9 aprile 2017
La riparazione dei peccati - p. Serafino Tognetti
LA
RIPARAZIONE DEI PECCATI
(Trascrizione
di una conversazione di padre Serafino Tognetti)
Fino
a qualche decennio fa, era facile sentire parlare di riparazione dei peccati.
Nell’
800 sorsero anche degli Ordini religiosi il cui compito era quello di riparare
i peccati e offrirsi in qualche modo per i peccatori.
Senza
parlare del messaggio di Fatima, tutto improntato
sulla riparazione dei peccati, potremmo dire che la spiritualità dei
secoli passati nel nostro Occidente era molto incentrata su tale dottrina, ora
scomparsa e quasi rigettata.
Il
fondamento di questa spiritualità si fonda sulla considerazione della
Redenzione del Signore Gesù, che non si compie come atto estrinseco, esterno.
Dio
poteva salvare il mondo stando seduto su una nuvola o in qualsiasi altro modo,
anche senza l’Incarnazione – Dio può fare ciò che vuole – ma di fatto ha scelto
questo modo: l’Incarnazione.
E
incarnandosi si fa Uno con l’uomo. Prende carne, assume l’umanità.
Questo
non se l’aspettavano nemmeno gli apostoli, che di fatto sembrano capire
veramente la divinità del loro Maestro solo dopo il dono dello Spirito Santo a
Pentecoste.
Anche
oggi la salvezza dei mondo avviene allo stesso modo.
Ogni
giorno alla Messa il sacerdote, mostrando ai fedeli l’ostia consacrata,
esclama: “Ecco l’Agnello di Dio”. E per chiarificare la missione dell’Agnello
aggiunge: “Ecco Colui che toglie i peccati del mondo”.
La
missione della Chiesa allora continua ad essere quella del Maestro. Potrebbe la
Chiesa dire qualcosa d’altro, di diverso o addirittura di più importante?
La
Chiesa ha come missione principale quella di fare presente il Cristo che toglie
i peccati.
Il
Battista non disse: “Ecco l’Agnello di Dio che mette a posto le cose del
mondo”, o “Ecco l’Agnello di Dio che porta la pace tra i popoli e la giustizia
economica”.
No:
che toglie i peccati del
mondo.
E in che modo? Offrendo se stesso,
patendo sulla croce, risorgendo dai morti.
Oggi io sono in quel medesimo Corpo
mistico, crocifisso e risorto, quindi partecipo agli stessi fini.
sabato 8 aprile 2017
La Messa come Sacrificio - p. Serafino Tognetti
LA
MESSA COME SACRIFICIO
(Trascrizione di una conversazione di padre
Serafino Tognetti)
In
questi testi, Dio dà ordini molto precisi: nulla deve essere lasciato al caso o
all’improvvisazione. Tale precisione di dettagli ci fa capire che questi
sacrifici erano molto importanti. Cerchiamo di capirne il motivo.
I
sacrifici che si facevano al Tempio erano composti di cinque fasi, cinque
tempi:
1.Santificazione
(consacrazione) della vittima
2.Offerta
(oblazione)
3.Uccisione
(immolazione)
4.Infiammazione
5.Consumazione
giovedì 6 aprile 2017
Coraggio!
Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi.
E se la vita ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo.
E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio.
San Giuseppe Moscati
E se la vita ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo.
E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio.
San Giuseppe Moscati
mercoledì 5 aprile 2017
martedì 4 aprile 2017
....
Se - nel generale ottenebrarsi e smarrirsi dell’umano - scorgo dinanzi a me un compito, indipendente e posto con purezza, è unicamente questo:
rafforzare l’intimità con la morte grazie alle più profonde gioie e magnificenze della vita;
rendere la morte, che mai è stata un’estranea, nuovamente conoscibile e tangibile nella sua qualità di tacita complice di ogni cosa viva. […]
Nessun compito ci è affidato più incondizionatamente del quotidiano imparare a morire; ma non è rinunciando alla vita che si arricchisce la nostra sapienza della morte. […]
Noi dobbiamo accogliere la nostra esistenza quanto più ampiamente ci riesca; tutto anche l’inaudito deve essere ivi possibile.
(Rainer Maria Rilke - preso qui)
Gesù, amore dell'anima mia,
insegnami a morire, ed imparerò a vivere.
Insegnami a donarti tutto, per riavere tutto.
Insegnami a passare in Te, perché Tu sia in me.
Nella mia quotidianità quanti rifiuti all'ordinario scorrere delle cose, quanti egoismi, quante rabbie, quanti "ma tu non sai chi sono io"
Tu non sai chi sono io? Chi sono io?
Nulla, se Tu non mi animi, se non ho Vita da Te.
Insegnami, Maestro di Vita, insegnami a morire, per conoscere la forza del tuo abbraccio d'amore.
Non voglio fuggire, non voglio far pace con i miei malesseri, non voglio vivere senza preoccupazioni, ansie, angosce. Voglio, in tutto questo, stare con Te.
Insegnami a morire.
Imparerò a gustare la bellezza della vita.
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