giovedì 1 maggio 2014

Criterio giudicante

Sul senso di colpa e del criterio.

L'elemosina e' quslcosa che mi rende matta, nel senso che non so cosa fare.
Mi fa ammattire, mi incattivisce.
Tutto parte dal senso di colpa, perche' mi dico:
- dai a chiunque chiede
- l'elemosina copre una moltitudine di peccati
- non trascura di fare l'elemosina
....
Insomma, nel privarsi del proprio per dare all'altro c'e' gratitudine a Dio, partecipazione alla Sua compassione, riconoscermi uno con il fratello.
Bene, ma se io vedo che l'altro ha fatto un business del fare l'elemosina?
Che lo fa facendo leva sul mio buon cuore italiano?
Che lo fa facendo leva sul mio cattolicesimo mal vissuto, quindi pieno di sensi di colpa tra il dovere (la Legge!!) e la liberta' di figlia di Dio???
Vivo pienamente l'ingiustiza, ecco cosa vivo.
Ma non sapendo come incanalare al meglio questa emozione, che di per se' non e' ne buona ne' cattiva, mi segnala solo un'ingiustizia, al solito mi degrado, facendo quello che so fare meglio, quello che ho sempre fatto.
Di fronte a questa situazione e di fronte all'emozione che mi segnala il senso di ingiustizia,
reagisco incattivendomi.
Sul dire no e tentando, molte volte, di fare la paternale al malcapitato tentatore.
Pero' non mi do' pace, perche' mi rimane il senso di colpa.
Ed il circolo vizioso si stringe, perche' diventa oggetto di caduta, in ogni occasione, con sensazioni sempre piu' negative.
Finalmente, oggi (oh, la magnifica bellezza del presente!!!), una possibile soluzione,
l'opportunita' di provare ad agire - cioe' far attendere la reazione, che non voglio, fino a quando non provo l'azione, che voglio - in maniera diversa....
Darmi un criterio di valutazione, che sia mio, in base a come sono, cosa sono, quanta e' la mia elemosina giornaliera, come/dove/in che forma consegnarla, dove vivo, chi incontro, ed in base a quello agire. Ovviamente definito, ma non rigido.
Questo portera' a fare per 1? Sicuro capitera' di dover scegliere tra 2.
Ma io non sono l'Onnipotente, lo e' Lui.
Dove non arrivo io, lascio a Lui la preoccupazione, avra' gia' stabilito chi si deve occupare dell'altro, muovendo il suo cuore durante l'incontro che avvera' dopo il mio passaggio.

Quindi:
- senso di colpa arginato con il criterio, ovviamente da rendere elemento vivo, modificabile, correggibile, ampliabile, felssibile, insomma, un criterio umano da affidare a Gesu'.

- il senso di fallimento, proprio del non poter soddisfare i bisogni del mondo, con la fiducia nell'onnipotenza di Dio. Ci pensa Lui e posso stare tranquilla: non sono io!!! :-)



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