martedì 13 maggio 2014

Rendimento di grazie

Dalla Regola non bollata di san Francesco d'Assisi
[63] 1 Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio, Padre santo (Gv 7,11) e giusto, Signore Re del cielo e della terra (Cfr. Mt 11,25), per te stesso ti rendiamo grazie, perché per la tua santa volontà e per l'unico tuo Figlio con lo Spirito Santo hai creato tutte le cose spirituali e corporali, e noi fatti a tua immagine e somiglianza hai posto in Paradiso (Cfr. Gn 1,26 e 2,15), 2 E noi per colpa nostra siamo caduti.
[64] 3 E ti rendiamo grazie, perché come tu ci hai creato per mezzo del tuo Figlio, cosi per il santo tuo amore, col quale ci hai amato (Cfr. Gv 17,26), hai fatto nascere lo stesso vero Dio e vero uomo dalla gloriosa sempre vergine beatissima santa Maria, e, per la croce, il sangue e la morte di Lui ci hai voluti redimere dalla schiavitù.
[65] 4 E ti rendiamo grazie, perché lo stesso tuo Figlio ritornerà nella gloria della sua maestà per destinare i reprobi, che non fecero penitenza e non ti conobbero, al fuoco eterno, e per dire a tutti coloro che ti conobbero e ti adorarono e ti servirono nella penitenza: Venite, benedetti dal Padre mio (Mt 25.34), entrate in possesso del regno, che vi è stato preparato fin dalle origini del mondo.
[66] 5 E poiché tutti noi miseri e peccatori, non siamo degni di nominarti, supplici preghiamo che il Signore nostro Gesù Cristo Figlio tuo diletto, nel quale ti sei compiaciuto (Cfr. Mt 17,5), insieme con lo Spirito Santo Paraclito ti renda grazie così come a te e a lui piace, per ogni cosa, Lui che ti basta sempre in tutto e per il quale a noi hai fatto cose tanto grandi. Alleluia.
[67] 6 E per il tuo amore supplichiamo umilmente la gloriosa e beatissima Madre sempre vergine Maria, i beati Michele, Gabriele e Raffaele e tutti i cori degli spiriti celesti: serafini, cherubini, troni, dominazioni, principati, potestà, virtù, angeli, arcangeli; il beato Giovanni Battista, Giovanni evangelista, Pietro, Paolo, e i beati Patriarchi, i profeti, i santi innocenti, gli apostoli, gli evangelisti, i discepoli, i martiri, i confessori, le vergini, i beati Elia e Enoch e tutti i santi che furono e saranno e sono, affinché, come a te piace, per tutti questi benefici rendano grazie a Te, sommo vero Dio, eterno e vivo, con il Figlio tuo carissimo, il Signore nostro Gesù Cristo e con lo Spirito Santo Paraclito nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia (Ap 19,3-4).
[68] 7 E tutti coloro che vogliono servire al Signore Iddio nella santa Chiesa cattolica e apostolica, e tutti i seguenti ordini: sacerdoti, diaconi, suddiaconi, accoliti, esorcisti, lettori, ostiari, e tutti i chierici, e tutti i religiosi e le religiose, tutti i conversi e i fanciulli, i poveri e i miseri, i re e i principi, i lavoratori e i contadini, i servi e i padroni, tutte le vergini e le continenti e le maritate, i laici, uomini e donne, tutti i bambini, gli adolescenti, i giovani e i vecchi, i sani e gli ammalati, tutti i piccoli e i grandi e tutti i popoli, genti, razze e lingue (Cfr. Ap 7,9), tutte le nazioni e tutti gli uomini d'ogni parte della terra, che sono e saranno, noi tutti frati minori, servi inutili (Lc 17,10), umilmente preghiamo e supplichiamo perché perseveriamo nella vera fede e nella penitenza, poiché nessuno può salvarsi in altro modo.
[69] 8 Tutti amiamo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutta la capacità e la fortezza (Mc 12,30 e 33), con tutta l'intelligenza, con tutte le forze (Lc 10,27), con tutto lo slancio, tutto l'affetto, tutti i sentimenti più profondi, tutti i desideri e la volontà il Signore Iddio (Mc 12,30), il quale a tutti noi ha dato e dà tutto il corpo, tutta l'anima e tutta la vita; che ci ha creati (Cfr. Tb 13,5), redenti, e ci salverà per sua sola misericordia; Lui che ogni bene fece e fa a noi miserevoli e miseri, putridi e fetidi, ingrati e cattivi.
[70] 9 Nient'altro dunque dobbiamo desiderare, niente altro volere, nient'altro ci piaccia e diletti, se non il Creatore e Redentore e Salvatore nostro, solo vero Dio, il quale è il bene pieno, ogni bene, tutto il bene, vero e sommo bene, che solo è buono (Cfr. Lc 18,19), pio, mite, soave e dolce, che solo è santo, giusto, vero, santo e retto, che solo è benigno, innocente, puro, dal quale e per il quale e nel quale è ogni perdono (Cfr. Rm 11,36), ogni grazia, ogni gloria di tutti i penitenti e giusti, di tutti i santi che godono insieme nei cieli.
[71] 10 Niente dunque ci ostacoli, niente ci separi, niente si frapponga.

domenica 11 maggio 2014

Nutrimento dell'anima

Da cosa e' nutrita l'anima?
Da quello che leggo
Da quello che vedo
Dalle persone che incontro

Ascoltare, chi?

Per ridurre al nulla tutte le cose, cioe' riconoscere che nulla di cio' che esiste fu fatto senza di Lui, 
Ergo che senza di Lui tutto e' illusione, devo imparare, veramente, ad ascoltare la Sua voce.
Che non e' la sola, altre voci confondono, rimbombano, spingono all'azione, attraggono, creano tensione, illudono appunto.
Oggi la lettura, Parola di Dio, dava suggerimenti per riconoscere, come pecore docili, il proprio Pastore, e fuggire dagli impostori, ladri e briganti:
1. Gesu' entra, non irrompe. Bussa, non sfonda. Alla porta del mio cuore mi suggerisce di guardare fuori, l'inverno e' passato, la primavera e' arrivata
2. Il guardiano riconosce Gesu'. La mia coscienza riconosce la Verita', la Vita, quando essa parla.
3. Gesu' mi chiama per nome. Conosce la mia storia. Le mie delusioni, le mie ferite, le mie difficolta', le mie paure. E mi interpella. Non mi violenta. Parla con me. Mi fa riposare nell'ovile e mi accompagna quando devo uscirne. Non mi lascia sola, ma mi precede, mi guida, Lui conosce la strada.
4. Mi interpella, ma regala la vita. In abbondanza. Per discernere, quindi, valutare se cio' che ascolto e mi induce ad agire produce vita o produce morte. Anticipare la valutazione dell'azione, perche' l'intenzione sia di obbedire alla vita. Poi cio' che succede e' di Gesu'. Lui conduce, non io.

Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto.12Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. 13Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. 

sabato 10 maggio 2014

La preghiera di intercessione

Ho letto questa frase strepitosa sul blog di Costanza Miriano,
che mi e' rimasta dentro,
donandomi sorriso, allegria e tenerezza:
"Al mio via, scateniamo il Paradiso!"

Che bellezza!

Sei tu Gesu'?

Un gruppo di venditori furono invitati a un con­vegno.
Tutti avevano promesso alle proprie famiglie che sarebbero tor­nati in tempo, 
la sera del venerdì, per la cena. 
Il convegno, però, termi­nò più tardi del previsto 
e arrivarono all’aeroporto appena in tempo per il volo. 
Entrarono tutti correndo e, sen­za volerlo, 
uno di loro inciampò in un banco con un cesto di mele
che cad­dero e si sparsero per terra.

I venditori, di corsa, riuscirono a salire sull’aereo. 
Tutti, eccetto uno, che tornò al terminal 
per un senti­mento di comprensione 
verso la pa­drona del banco delle mele. 
La sor­presa fu grande quando si accorse 
che la venditrice era una bambina cieca
La trovò che piangeva e tocca­va il pavimento, 
cercando invano di raccogliere i frutti. 
Le persone, intan­to, passavano senza fermarsi. 
Con in­differenza. Quel venditore, invece, 
si inginocchiò con lei, mise le mele nel­la cesta 
e aiutò la bambina a monta­re di nuovo il banco. 
Resosi conto che, nella caduta, molte mele si era­no rovinate, 
tirò fuori dal portafogli degli euro per ripagare il danno. 
Poi chiese: «Tu stai bene?». 
E lei, sorri­dendo, annuì con la testa. 
Lui comin­ciò ad allontanarsi, 
ma la bambina lo fermò chiamandolo: 
«Signore, sei tu Gesù?». 
Lui proseguì, girandosi più volte verso di lei. 
Quella domanda gli vibrava dentro
Perché lo aveva preso per Gesù?


L'arma del Rosario

Scena di vita vissuta:
un bar di periferia, due avventori datati contro gli immigrati.
Tralasciando i termini usati e le motivazioni addotte, la discussione e' animata.
Dentro fremo, perche' sono leggerissimamente d'accordo con l'ingiustizia che stiamo vivendo,
non tanto verso gli immigrati, che cercano una vita migliore, ma verso l'incapacita' che dimostriamo di porre regole, verificare disponibilita', rendere vivibile e giusta sia l'accoglienza che la richiesta.
A un certo punto, silenzio.
Ed io, dal nulla: beh, signori, ci stiamo dimenticando l'arma in nostro possesso: il Rosario!
Allibiti loro, allibita io.
Ma anche contenta.
In mezzo a tante vacuita', un po' di sensatezza oggettiva :-)

mercoledì 7 maggio 2014

Vieni, Vita della mia vita

Tutto mi hai dato.
Anche questo corpo.
Questo cuore batte, e non e' merito mio.
Questi respiri che compio, non sono opera mia.
Questi pensieri che ardono, pensando a Te, questi si' che forse sono opera mia, ma, forse, sono una collaborazione con lo Spirito Santo, che tutto riassume in Te, perche' venga ridonato al Padre.
Ed allora io, cosa posso veramente fare, di mio?
Dire si', dire grazie, e dire vieni.
Vieni.
Tu in me.
Io metto il fango e riconosco che la vita viene da Te.
E ti ringrazio.
E lo riconosco.
E ti chiedo: vieni, tu che sei la Vita, fai coppia con me, in questa tenda d'argilla.

lunedì 5 maggio 2014

L'invisibile

Io credo nell'invisibile.
Credo nella sua esistenza.
Credo che da qui, passiamo a li'.
E credo che, nel passaggio, incontriamo Lui.
Oltre a questo, spero che, quando succedera' a me, mi accolga con il sorriso.
Senno' iniziano i problemi, quelli veri.
Altro che bazzeccole.
Anche perche' ho il piacere di pensare ed immaginare tutto rosa.
Il Paradiso.
Ma non esiste solo quello.
Proprio no.
Ed io rimango folgorata ogni volta che penso a Gesu', il mio Dio, Figlio di Dio,
che si e' fatto uomo per salvarmi.
Perche' io ero nata morta.
Destinata a quell'altro posto.
Lui e' venuto per me.
Per darmi un'altra occasione.
E lui mi dona la Sua vita.
Mi sento male.
Mi scruta e mi conosce.
Il mio Dio.
Geloso di me.
Pazzesco.
Eccitante.
Seducente.





sabato 3 maggio 2014

Timor di Dio

Magari, magari.
Lo imploro, mi manca, ne sento il bisogno.
Vorrei essere pervasa dal timor di Dio, ma sono sincera....
Non ho l'esperienza, il gusto, della diversita', della grandezza, dell'alterita', dell'immensita', dell'onnipotenza di Dio.
Ho un'idea, un concetto di tutto questo, ma il timore e tremore no.
Quanto lo desidero.
Lo chiedo al Padre, nel nome di Gesu'... dallo Spirito, il dono del Timor di Dio.

Pregiudizio

Il pre-giudizio riduce la realta' a mia misura.
L'esperienza mi dimostra che la realta' e' sempre piu' grande di ogni mia immaginazione.
Ogni mio pregiudizio mi limita, tenta di rende costante, gia' visto, l'attimo che per sua natura e' fuggente.
L'unico modo per vincere il pregiudizio e' allenare la curiosita' a cosa potrebbe essere, a cercare la differenza nel conosciuto o la costante nello sconosciuto.
La curiosita' apre, diverte, spiazza, sorprende, addestra, allarga la mente.

Il saper vivere

In Giobbe e' scritto:
Il Signore da', il Signore toglie,
Benedetto il Signore.

Questo però è Antico Testamento, prima del compimento dell'alleanza in Gesu'.
Gesu' rivela in se' l'infinita tenerezza e misericordia di Dio per tutte le creature,
tenerezza rivelata nel dono nell'Unigenito amato,
che ha accettato di farsi dono per i fratelli fino al sacrificio cruento della Croce.
Dio non vuole il dolore, non si compiace della sofferenza, ma ci salva nella sofferenza.

Ed allora, pensavo...
Il Signore da' per farsi conoscere e per farmi conoscere il Suo amore,
il Signore "toglie", cioè' permette l'azione del Nemico nelle sue molteplici illusioni e seduzioni, chiedendo collaborazione, nella sofferenza, perché ogni palpito di dolore non cada nel nulla, ma venga santificato nella donazione a Lui, per Suo amore, per la salvezza dei fratelli.
A lode e gloria del Suo nome.

venerdì 2 maggio 2014

Addestrare la mente

Vivere di memoria il presente.
Vivere senza pre-giudizi il presente.
Vivere nella gioia dell'amore ricevuto il presente ed in questa gioia essere dono per l'altro.
Come posso unire queste indicazioni divergenti?
Forse illuminando la memoria con la fede nel Risorto, garanzia che oltre le tenebre che ci avvolgono, c'e' la vita della Luce?
Forse creandomi un pre-giudizio fondante: in partenza, spontaneamente, istintivamente io sono nell'errore.... quindi avere un pre-giudizio ai miei giudizi immediati.
Forse vivendo nella certezza che Dio prova, pota, istruisce i suoi, per giudicarLi degni di Lui o indegni. E ogni contrattempo, accadimento improvviso, evento extra-ordinario - dove io incontro il mio limite vero - portarlo a Lui, come colloquio amoroso di caduta e resurrezione, di addestramento e battaglia, di prove ed errori.
Forse.

giovedì 1 maggio 2014

Criterio giudicante

Sul senso di colpa e del criterio.

L'elemosina e' quslcosa che mi rende matta, nel senso che non so cosa fare.
Mi fa ammattire, mi incattivisce.
Tutto parte dal senso di colpa, perche' mi dico:
- dai a chiunque chiede
- l'elemosina copre una moltitudine di peccati
- non trascura di fare l'elemosina
....
Insomma, nel privarsi del proprio per dare all'altro c'e' gratitudine a Dio, partecipazione alla Sua compassione, riconoscermi uno con il fratello.
Bene, ma se io vedo che l'altro ha fatto un business del fare l'elemosina?
Che lo fa facendo leva sul mio buon cuore italiano?
Che lo fa facendo leva sul mio cattolicesimo mal vissuto, quindi pieno di sensi di colpa tra il dovere (la Legge!!) e la liberta' di figlia di Dio???
Vivo pienamente l'ingiustiza, ecco cosa vivo.
Ma non sapendo come incanalare al meglio questa emozione, che di per se' non e' ne buona ne' cattiva, mi segnala solo un'ingiustizia, al solito mi degrado, facendo quello che so fare meglio, quello che ho sempre fatto.
Di fronte a questa situazione e di fronte all'emozione che mi segnala il senso di ingiustizia,
reagisco incattivendomi.
Sul dire no e tentando, molte volte, di fare la paternale al malcapitato tentatore.
Pero' non mi do' pace, perche' mi rimane il senso di colpa.
Ed il circolo vizioso si stringe, perche' diventa oggetto di caduta, in ogni occasione, con sensazioni sempre piu' negative.
Finalmente, oggi (oh, la magnifica bellezza del presente!!!), una possibile soluzione,
l'opportunita' di provare ad agire - cioe' far attendere la reazione, che non voglio, fino a quando non provo l'azione, che voglio - in maniera diversa....
Darmi un criterio di valutazione, che sia mio, in base a come sono, cosa sono, quanta e' la mia elemosina giornaliera, come/dove/in che forma consegnarla, dove vivo, chi incontro, ed in base a quello agire. Ovviamente definito, ma non rigido.
Questo portera' a fare per 1? Sicuro capitera' di dover scegliere tra 2.
Ma io non sono l'Onnipotente, lo e' Lui.
Dove non arrivo io, lascio a Lui la preoccupazione, avra' gia' stabilito chi si deve occupare dell'altro, muovendo il suo cuore durante l'incontro che avvera' dopo il mio passaggio.

Quindi:
- senso di colpa arginato con il criterio, ovviamente da rendere elemento vivo, modificabile, correggibile, ampliabile, felssibile, insomma, un criterio umano da affidare a Gesu'.

- il senso di fallimento, proprio del non poter soddisfare i bisogni del mondo, con la fiducia nell'onnipotenza di Dio. Ci pensa Lui e posso stare tranquilla: non sono io!!! :-)