domenica 8 luglio 2012

Andare a nozze

Ieri ho avuto una piccola "rivelazione", da un'esperienza personale.
La giornata inizia tranquilla, senza impennate, normale, finchè, tra amici, chiacchierando al telefono la mattina, decidiamo di organizzare una cena.
Gli amici sono quelli giusti, quelli del cuore, quelli che ti rilassano, che ti conoscono, che non hanno bisogno di dimostrazioni, con cui non sei in competizione, con cui ti confronti rimanendo sempre incuriosita dell'altro punto di vista, senza mai cadere nell'ostinazione, perchè, dell'altro, provi "gusto".
Mmmm, che definizione: dovrei rifletterci un pò.... 
Cmq, la giornata cambia improvvisamente colore: acquista velocità, spessore, sapore, le cose accadono e sono vissute, ma quasi con "distacco", perchè la mente è proiettata su quanto accadrà tra poco.... ed ecco il flash improvviso: le nozze a cui sono invitata.
Perchè non ci penso più spesso? E' reale, perchè l'ha detto il mio Gesù. 
Quindi dovrei essere flippata (in senso allegorico) con ceretta, capelli, abito, unghie, tacco12 e quant'altro. Insomma, dovrei vivere, sentire, essere mossa dall'urgenza della perfezione.
Eh sì: essere invitata ad una festa mi cambia l'aspetto alla giornata, perlomeno a me che ho spirito festaiolo e gioioso, soprattutto se posso decidere l'abito che preferisco senza metter mano al portafoglio, se posso rendermi bella quanto desidero per l'importanza, la grandiosità, la magnificenza della festa a cui sono invitata.
Passando alla realtà visibile, perchè l'invisibile "accanto" mi è - per ora - velato, ciò significa "volere, fortissimamente volere" quell'abito di amore che è il biglietto d'invito.
Eh sì, tutti siamo invitati, ma bisogna "RSVP" e indossare l'abito giusto. 



"Gesù ricominciò a parlare loro in parabole, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio. Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire. Mandò una seconda volta altri servi, dicendo: "Dite agli invitati: Io ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto; venite alle nozze". Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio; altri poi, presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero.

Allora il re si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città. Quindi disse ai suoi servi: "Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete".
E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali.
Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze.
E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?" E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti". Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti" (Matteo 22-1:14).


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