giovedì 19 luglio 2012

Il peso dell'angoscia

E' un periodo che rifletto, causa input esterni, sul sopruso e la mancanza di rispetto... 
sul lavoro, il mio capo sta applicando, nei miei confronti, una strategia - per nulla velata - di mobbing.
Obiettivamente parlando, non si sta comportando bene per nulla.
Lo dico perchè, essendo io un cane, mi rendo conto che, la maggior parte delle volte, sono io l'origine del "male". 
Ma non questa volta. 
E non è un evento spot, ma è proprio un periodo...
Vabbè. 
Lo scoprire le brutture delle azioni del mio capo mi genera angoscia: 
vuoi perchè devo far finta di nulla, se no addio lavoro, 
vuoi perchè mi sento "tradita" per l'impegno, la fedeltà e l'onestà che ho messo nel mio lavoro,
vuoi perchè è sempre triste vedere comportamenti "disumani".
L'angoscia che ieri mi ha attanagliato tutto il giorno, mi ha tenuto con lo stomaco chiuso, la mente fissata su quanto accaduto, incapace di vedere a quanto di bello accadeva nella realtà e - quindi - di coglierlo.
Però, alla fine della giornata, ho avuto un pensiero pazzesco.
Ciò che segue è -ovviamente- farina del mio sacco per tutte le scabrosità che mi permetterò di dire, mentre non è assolutamente merito mio se ho intravisto una piccola luce.
Gesù, nel Getsemani, era in preda all'angoscia. 
Perchè voleva salvare me, tutti i miei "contemporanei", tutte le persone vissute prima e tutte quelle che dovranno ancora venire.
Ma non perchè è una brava persona, ma proprio perchè mi ama per quella che sono, fino in fondo, senza scartare nulla, mi prende in blocco. 
E così per tutti gli altri.
Solo che io, parlo per me, l'ho tradito, lo tradisco e lo tradirò ancora.
Se provo angoscia per un "tradimento" lavorativo, tale da abbattermi violentemente, cosa potrà succedermi per un tradimento d'amore? Impazzirei, penso. Ed io sono una "sbagliata".... 
Ogni mio sentimento è condito da superbia, illusione, orgoglio.
Ma quale angoscia può aver provato Gesù nel sentire, in quell'ora, il mio tradimento d'amore?
Ma non solo il mio, ma anche di quelli che vivono con me quest'attimo di storia e di quelli che sono vissuti fino ad adesso e da quelli che vivranno da ora in poi.
Lui, Figlio di Dio, colui per il quale io esisto, io ho, io comprendo, io vivo. 
Insomma, io sono nulla, Lui è tutto.
Beh, al pensiero, mi sono sentita schiantata. Che botta deve avere sentito. 
Se io, nella mia piccola esistenza egoista, ho subito un tal male di anima, 
Lui cosa mai deve avere provato con il peso dei tradimenti - di amore vero - da parte di tutti?
E non dico Lui Dio, immutabile, ma Lui Uomo, con un Cuore di carne, con un sentire vero, non ostacolato dalle mille cicatrici che una vita di egoismi crea intorno al cuore.
Non ci posso pensare, mi viene male, mi sento mancare.... 
ma quanto dolore, di cui ho solo una pallida, sbiadita, evanescente immagine empatica?
Un Cuore coronato di spine. 
Forse inizio (forse, non so, magari sbaglio) a capire perchè il Cuore di Gesù sanguina. 
Se sbaglio confido che mi perdonerà, perchè - ogni giorno che passa - lo vedo, lo guardo, lo ammiro come un Eroe vero, l'unico. 
Degno di potenza, onore, gloria. Re del Cielo e della Terra.
Chi mai come Lui?
Signori miei, che ogni ginocchio si pieghi al pensiero del Suo Nome.
Pazzesco, io ti adoro. 
Tu sei il mio Dio e ti ringrazio.
Tu sei il mio Dio e ti esalto.
Tu sei il mio Dio e ti chiedo perdono.
Tu sei il mio Dio e la mi anima esulta al Tuo pensiero.
Se vengo a Te, mio Signore, trovo ristoro, tutto diventa relativo.
E chiedo misericordia anche per il mio capo... 
non so cosa ha nel cuore, ma offro la mia preghiera per lui. 
Non capiamo, siamo ciechi, siamo sordi, siamo addormentati, siamo lobotomizzati.
Sveglia, sveglia.








martedì 17 luglio 2012

Cattività

Ieri mi ha colpito questo passo dal Salmo 123:


Noi siamo stati liberati come un uccello 
dal laccio dei cacciatori: 
il laccio si è spezzato 
e noi siamo scampati. 


e mi sono venuti in mente gli uccelli in cattività.
Dimenticano che sanno volare, dimenticano come cacciare, dimenticano la meravigliosa capacità di giocare con il vento.

Ed io? Liberata, voglio fare uno sforzo vero, reale, deciso, per sottopormi alla rieducazione?
Voglio tornare a volare?
Voglio sottomettermi alle guide che trovo sul mio cammino ed a quelle celesti che chiamo in aiuto?

Maria, Madre di Gesù e nostra, accoglimi, prendimi per mano, accudiscimi ed insegnami a volare.
Ho dimenticato, ma ho nostalgia.
E deve essere una meraviglia saper volare.

sabato 14 luglio 2012

Il mondo

E' un periodo in cui le mie riflessioni sono incentrate sul male gratuito e meschino a cui tutti, anche se in misure e modalità diverse, capita di essere oggetto da parte del prossimo.
Prossimo, quindi gente della mia quotidianità, in qualsiasi ruolo esse ne facciano parte.
Il male ricevuto a me fa incazzare. Mi toglie la bellezza dalla mente e dall'anima. 
Mi fa diventare l'anima nera coi pensieri di vendetta, con la sensibilità ferita, con la necessità impellente di insegnare che così non si fa (la maestrina...).
Però, e questo è veramente oro, sto imparando a chiedere, cercare, pensare a risposte nella Chiesa, in Gesù, fuori da me.
E sono giunta a queste conclusioni:

  • il mondo è sotto il dominio del principe del male, quindi siamo tutti imprigionati
  • bisogna essere ben consci di questo, per riconoscere che Gesù è venuto a combattere per noi, e a donarci - gratuitamente - la libertà
  • accettare questo dono vuol dire, con Gesù ed il Cielo, combattere la nostra battaglia di liberazione personale. Sentirsi esuli in terra nemica.
  • gli altri sono, come me, prigionieri. Alcuni svegli e consci della propria condizione, altri addormentati. Io non ho potere di svegliare nessuno, ma lo posso segnalare al cielo (pregate per i Vostri nemici, non resistere al malvagio, siate santi)
In poche parole: 


  • essere felici, gioiosi ed allegri, ma proprio dentro, dove è il centro, per questo dono (sia lodato Gesù Cristo). 
  • Difendere, curare, custodire, far crescere il dono (pregare incessantemente, per avere uno sguardo sapiente sulla realtà.... )
  • Amarsi gli uni, gli altri (se uno non è ancora stato raggiunto dalla grazia, se è ingabbiato, se è un "venduto" al nemico... lo sa?, ne è conscio o è solo ubriaco, drogato, addormentato? cosa posso fare io, se non chiedere a Gesù la salvezza per tutti? )
  • Sentirsi assolutamente abbagliati dalla grandiosità e magnificenza del nostro Re, dal Suo Amore. Affidarsi in senso assoluto e completo. Io non vedo al di là del mio naso, intelligenza è seguire qualcuno che ne sa un po più di te.
Belle parole, chissà quando riuscirò a farle cadere nel cuore.
Per adesso, mi rendo conto che se mi fanno del male, mi imbruttisco.

Abbi pietà, Signore, fammi la grazia della vigilanza... 




Compleanno dello spirito

Oggi è il compleanno del mio spirito.
O, meglio:
il mio spirito mi accompagna dal momento della mia chiamata all'esistenza (e non morirò più.... cambierò, ma non morirò!), ma il 14 luglio dell'anno della mia nascita sono stata battezzata.
Quindi sono entrata a far parte della Chiesa.
E', quindi, il mio compleanno come figlia di Dio, l'anniversario del giorno in cui fu versata la caparra dello Spirito di Dio per la mia liberazione da questa prigione.
Beh, che meraviglia.
Vorrei andare in giro a brindare, ma è meglio ridermela e sorridermela sottopelle.
Se, poi, ripenso a come ho fatto a risalire a tale data...
Mia madre non la ricordava, ma ricordava la parrocchia.
Quindi chiamo il parroco, prendiamo appuntamento, faccio il viaggio, sfogliamo il librone dell'anno d'interesse e, sorpresa: il mio nome con, accanto, tutte le date del mio cammino spirituale.
Nascita, Battesimo, Comunione, Cresima, Matrimonio.... nel librone, in quel luogo in cui non sono più tornata, viene trascritta ogni mia tappa.
E mi ha fatto sorridere, mi ha fatto sentire al caldo. 
Eh sì: mia mamma si ricorda le mie tappe nella carne, la Madre Chiesa quelle nello spirito.
Favola.

domenica 8 luglio 2012

L'uomo nella prosperità non comprende - Salmo 49

Da paura. Assolutamente da leggere, ma non quando le cose vanno male.
Ma quando vanno bene. Per non dimenticare, mai, che tutto è dono. 
Benedici il Signore anima mia, quanto è in me benedica il Suo nome.


Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.
[2] Ascoltate, popoli tutti,
porgete orecchio abitanti del mondo,
[3] voi nobili e gente del popolo,
ricchi e poveri insieme.
[4] La mia bocca esprime sapienza,
il mio cuore medita saggezza;
[5] porgerò l'orecchio a un proverbio,
spiegherò il mio enigma sulla cetra.
[6] Perché temere nei giorni tristi,
quando mi circonda la malizia dei perversi?
[7] Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
[8] Nessuno può riscattare se stesso,
o dare a Dio il suo prezzo.
[9] Per quanto si paghi il riscatto di una vita,
non potrà mai bastare
[10] per vivere senza fine,
e non vedere la tomba.
[11] Vedrà morire i sapienti;
lo stolto e l'insensato periranno insieme
e lasceranno ad altri le loro ricchezze.
[12] Il sepolcro sarà loro casa per sempre,
loro dimora per tutte le generazioni,
eppure hanno dato il loro nome alla terra.
[13] Ma l'uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.
[14] Questa è la sorte di chi confida in se stesso,
l'avvenire di chi si compiace nelle sue parole.
[15] Come pecore sono avviati agli inferi,
sarà loro pastore la morte;
scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà ogni loro parvenza:
gli inferi saranno la loro dimora.
[16] Ma Dio potrà riscattarmi,
mi strapperà dalla mano della morte.
[17] Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
[18] Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria.
[19] Nella sua vita si diceva fortunato:
"Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene".
[20] Andrà con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce.
[21] L'uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono. 

Voglio, fortissimamente voglio

Tutto è dono, esiste una classifica dei doni?
Non penso, perchè se il cuore di chi riceve è "amante" ciò che si riceve non è importante, ma è il grazie a chi dona che fa esplodere di felicità. 
Ci si sente visti, riconosciuti, amati, ricordati ... quale sballo migliore dell'esuberanza viscerale? 

L'incipit per ringraziare di un dono, tra tanti: il risveglio dell'attenzione, della curiosità verso Gesù.
Di un secondo dono: l'essere stata "persa per mano" e condotta ad un'osservazione attenta di Gesù e del suo Vangelo e scoprirlo logico! vero! reale! ovvio!
Di un terzo dono: che è grazia tutto ciò, ma ho "sentito" che Dio attende la mia volontà.
Non posso abdicare a me stessa e chiedere: fammi tu diventare più buona, migliore, un angelo.
Tutto è possibile a Dio, anche questo, ma è troppo un grande.
Non fa nulla che possa minimamente intaccare il mio libero arbitrio, la mia volontà di fare o non fare.
Ho compreso il senso della frase "aiutati che il Ciel ti aiuta". 
Io devo volere diventare più buona. 
Devo stare attenta alle mie azioni. 
Non devo farmi travolgere, ma governare ciò che sono. 
Io sono al vertice del creato visibile, spirito incarnato ecchecaspita.
Gesù mi ha dato il potere di diventare figlia di Dio se credo nel Suo Nome.
Ma non chi dice: Signore, Signore! sarà salvato, ma chi fa quanto egli comanda.
E cosa comanda? amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi.
Difficile, ma è volontà. 
Si sbaglia, si cade, ci si fa male, si ricomincia, ma la strada è questa.
Volontà.
Volere, fortissimamente volere. 
Al tempo presente. Dove il tempo è Kairos, dove io incontro l'eternità.
Non attesa di grazia, che verrà, perchè Dio riempie di doni i Suoi amici.
Ma si è Suoi amici se ci si mette alla Sua scuola.
Gesù, sulla croce, era un uomo inchiodato, torturato, massacrato, quasi scuoiato dalle flagellazioni.
Ma ci ha rivelato la Gloria di Dio. 
Il suo non poter abdicare a sè stesso. Perchè è amore. 
E non ha voluto (e poteva, ossepoteva!), 
non ha voluto, 
non ha voluto 
mai 
mai 
mai 
smettere di amare. 
Nel dolore, nello strazio, nell'angoscia, nella paura, nel terrore, ha continuato ad essere l'uomo che ama noi, che si offre per restituirci la strada al Padre
E mi ha rivelato che essere veramente uomini vuol dire credere.
Credere in Dio, nell'amore, nella giustizia, nella eternità.
Io sono nulla, non importa ciò che capita a me, io devo credere in Dio amando gli altri (difficile, ma è questione di volontà), e Dio ricompensa. 
Perchè è vero e ci credo.
Dio innalza gli umili, è fedele, paziente, misericordioso ed il Suo Amore è per sempre e da sempre.
Beh, chiuderei con un Amen.

Andare a nozze

Ieri ho avuto una piccola "rivelazione", da un'esperienza personale.
La giornata inizia tranquilla, senza impennate, normale, finchè, tra amici, chiacchierando al telefono la mattina, decidiamo di organizzare una cena.
Gli amici sono quelli giusti, quelli del cuore, quelli che ti rilassano, che ti conoscono, che non hanno bisogno di dimostrazioni, con cui non sei in competizione, con cui ti confronti rimanendo sempre incuriosita dell'altro punto di vista, senza mai cadere nell'ostinazione, perchè, dell'altro, provi "gusto".
Mmmm, che definizione: dovrei rifletterci un pò.... 
Cmq, la giornata cambia improvvisamente colore: acquista velocità, spessore, sapore, le cose accadono e sono vissute, ma quasi con "distacco", perchè la mente è proiettata su quanto accadrà tra poco.... ed ecco il flash improvviso: le nozze a cui sono invitata.
Perchè non ci penso più spesso? E' reale, perchè l'ha detto il mio Gesù. 
Quindi dovrei essere flippata (in senso allegorico) con ceretta, capelli, abito, unghie, tacco12 e quant'altro. Insomma, dovrei vivere, sentire, essere mossa dall'urgenza della perfezione.
Eh sì: essere invitata ad una festa mi cambia l'aspetto alla giornata, perlomeno a me che ho spirito festaiolo e gioioso, soprattutto se posso decidere l'abito che preferisco senza metter mano al portafoglio, se posso rendermi bella quanto desidero per l'importanza, la grandiosità, la magnificenza della festa a cui sono invitata.
Passando alla realtà visibile, perchè l'invisibile "accanto" mi è - per ora - velato, ciò significa "volere, fortissimamente volere" quell'abito di amore che è il biglietto d'invito.
Eh sì, tutti siamo invitati, ma bisogna "RSVP" e indossare l'abito giusto. 



"Gesù ricominciò a parlare loro in parabole, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio. Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire. Mandò una seconda volta altri servi, dicendo: "Dite agli invitati: Io ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto; venite alle nozze". Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio; altri poi, presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero.

Allora il re si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città. Quindi disse ai suoi servi: "Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete".
E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali.
Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze.
E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?" E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti". Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti" (Matteo 22-1:14).