martedì 25 ottobre 2016

il Card. Giacomo Biffi e Pinocchio - LE SETTE VERITA' FONDAMENTALI della realtà

LE SETTE VERITA' FONDAMENTALI DI PINOCCHIO

Sono tutte cristiane: la nostra origine da un Creatore, il peccato originale, il demonio, Cristo unico salvatore, Dio come fondamento della dignità umana, la vita di Grazia, inferno e paradiso
di Giacomo Biffi
 
Che cosa in realtà ha espresso il Collodi nel suo più celebre libro, di là dalle sue intenzioni consapevoli e dichiarate? Non ha espresso nessuna delle ideologie correnti (...): conservatorismo moralistico, liberalismo illuministico, pauperismo, marxismo, psicanalismo ecc. Non le ideologie ma la verità, di sua natura universale ed eterna, è contenuta in questo magico racconto e, servita com'era da un'alta fantasia e da una fresca ispirazione poetica, spiega la sua rapida affermazione e il suo duraturo trionfo.

LE SETTE VERITA' FONDAMENTALI DI PINOCCHIO
Ma, per non lasciare nel vago le nostre affermazioni, quali sono specificamente le verità che senza possibilità di discussione, traspaiono nella storia del burattino? Sono sette quelle che reggono e illuminano tutta la vicenda.

lunedì 24 ottobre 2016

15 minuti con Gesù - S. Antonio Maria Claret

Non è necessario, figlio mio, sapere molto per farmi piacere.
Basta che tu abbia fede e che ami con fervore.
Se vuoi farmi piacere ancora di più, confida in me di più, se vuoi farmi piacere immensamente, confida in me immensamente.
Allora parlami come parleresti con il più intimo dei tuoi amici, come parleresti con tua madre o tuo fratello.
 
VUOI FARMI UNA SUPPLICA IN FAVORE DI QUALCUNO?
Dimmi il suo nome, sia quello dei tuoi genitori, dei tuoi fratelli o amici, o di qualche persona a te raccomandata…
Dimmi subito cosa vuoi che faccia adesso per loro.

Traccia per un regolamento di vita - Alfonso Maria de' Liguori


All’atto del levarsi, la mattina, fare i seguenti atti:

“Mio Dio, v'adoro, v'amo con tutto il cuore e vi ringrazio di tutti i benefici e specialmente d'avermi conservato questa notte. Vi offro tutto quanto farò e patirò in questo giorno in unione delle azioni e patimenti di Gesù e di Maria; intendendo acquistare tutte le indulgenze che posso in questo giorno. Propongo, Signore di fuggire oggi ogni offesa a Voi; ma voi tenetemi le mani sopra, perché non vi tradisca.
Maria ss., custoditemi sotto il vostro manto.
Angelo mio custode e santi miei avvocati, assistetemi”

Dire infine un Pater, Ave e Credo; e poi tre Ave alla purità di Maria.


mercoledì 19 ottobre 2016

Lettera 268 - S. Elisabetta della Trinità


Dalle Lettere di S. Elisabetta della Trinità
Lettera 268 - : Alla signorina Francesca de Sourdon

Sembra scritta perché io la legga e rilegga tutti i giorni.... e' stata scritta per me?


Ecco finalmente Elisabetta che viene a mettersi con la sua matita accanto alla sua cara Francesca. Dico con la matita perché con il col cuore siamo vicine ormai da tanto tempo, nevvero?, e rimaniamo tutt’e due fuse insieme. Quanto amo i nostri appuntamenti della sera. È come il preludio di quella comunione che si stabilirà fra le nostre anime dal cielo alla terra. Mi sembra di essere china su di te come una mamma sul figlio della sua predilezione. Alzo gli occhi a guardare Dio e poi li riabbasso su di te come per esporti ai raggi del suo amore. Mia cara Francesca, non gli dico delle parole per te. Io sento ch’Egli mi comprende tanto più così, nel mio silenzio. Mia cara bambina, vorrei essere santa per poterti aiutare fin d’ora, in attesa di farlo lassù. Che cosa non soffrirei per ottenerti quelle grazie di forza di cui hai bisogno.

Santa Elisabetta della Trinità


Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in Te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da Te, mio Immutabile, ma che ogni istante mi immerga sempre più nella profondità del tuo mistero! Pacifica la mia anima, rendila tuo cielo, la tua prediletta dimora e il luogo del tuo riposo. Che qui io non ti lasci mai solo, ma tutta io vi sia, vigile e attiva nella mia fede, immersa nella adorazione, pienamente abbandonata alla tua azione creatrice.

O amato mio Gesù, crocifisso per amore, vorrei essere una sposa del tuo Cuore, vorrei coprirti di gloria, vorrei amarti… fino a morirne!… Ma sento la mia impotenza e ti prego di rivestirmi di Te, di identificare tutti i movimenti della mia anima a quelli dell’anima tua, di sommergermi, d’invadermi, di sostituirti a me, affinché la mia vita non sia che un riflesso della Tua Vita.   

Vieni in me come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore. 

O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarti, voglio rendermi docilissima ad ogni tuo insegnamento, per imparare tutto da Te; e poi, nelle notti dello spirito, nel vuoto, nell’impotenza, voglio fissarti sempre e restare sotto il tuo grande splendore. O mio Astro adorato, affascinami, perché io non possa più sottrarmi alla tua irradiazione.

O Fuoco consumatore, Spirito d’amore, discendi sopra di me, perché si faccia nell’anima quasi un’incarnazione del Verbo! Che io Gli sia un prolungamento d’umanità in cui egli possa rinnovare tutto il Suo mistero.  

E Tu, o Padre, chinati verso la tua povera, piccola creatura, coprila della tua ombra e non guardare in essa che il Figlio amato nel quale hai posto le tue compiacenze.

O miei Tre, mio Tutto, Beatitudine mia, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo, mi consegno a Voi come ad una preda. Seppellitevi in me perchè io mi seppellisca in Voi, in attesa di venire a contemplare nella vostra luce l’abisso delle vostre grandezze.

Amen.
 

S. Elisabetta della Trinità r.c.i.
Laudem Gloriæ

venerdì 14 ottobre 2016

A Messa! E di corsa....


LA REALTA' E' DI DIO: L'OBBLIGATORIETA' DELLA MESSA.
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno IX n°10 - Ottobre 2016
 
Hanno umanizzato la Messa e poi l'hanno resa facoltativa: potremmo sintetizzare così la tragica parabola discendente del cattolicesimo ammodernato.

Intanto urge ricordare che la Messa cattolica, quella vera, poggia tutta sulla realtà e non su moti spirituali soggettivi.

È reale il mondo che non si è fatto da sé; è reale Dio, Creatore e Signore di tutto ciò che esiste. È reale, realissimo, che il mondo, dopo la caduta del Peccato Originale, è salvato da Gesù Cristo.
Attenti però: il mondo è salvato da Cristo in modo reale, non retorico cioè per modo di dire; è salvato con una azione storica redentiva: la sua Incarnazione Passione e Morte al Calvario.
L'azione salvifica di Gesù Cristo poi risponde al realismo della riparazione: Dio è stato offeso in modo inaudito dagli uomini, e solo il Dio fatto uomo può riparare una simile offesa, sostituendosi a noi sulla Croce. La Messa cattolica è la perpetuazione di questa riparazione che salva: Gesù Cristo continua ad offrirsi al Padre in sacrificio propiziatorio affinché per noi ci sia il perdono del Padre; e la propiziazione continua, lungo la storia, su tutti gli altari cattolici del mondo.

giovedì 13 ottobre 2016

Via Crucis, 1991, Colosseo


VIA CRUCIS 1991
Colosseo
PREGHIERA INIZIALE
 
 
Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo.
Amen
 
Fratelli e sorelle, nella narrazione evangelica della Passione, uomini e donne del tempo di Gesù partecipano con grave responsabilità alla condanna e alla morte dell'Innocente, o con amorosa compassione al dolore e alla sofferenza del Giusto.
Il loro comportamento ispira la nostra meditazione orante mentre ripercorriamo con il Cristo il cammino della Croce, che conduce alla sua morte dolorosa e gloriosa.
Il loro comportamento ci interpella oggi di fronte alla passione del Figlio dell'uomo, che continua nel dolore dell'umanità e di tutta la creazione.
La Croce gloriosa di Cristo illumini di speranza il cammino verso la salvezza.
 
Preghiamo.
 
Dirigi, Padre,
con la luce della tua grazia
i nostri passi sulla via della Croce,
perché, camminando sulle orme di Cristo,
giungiamo alla tua dimora di gloria,
dove Egli ha preparato un posto per noi.
A te, Padre,
per Cristo, nello Spirito,
ogni onore e gloria
nei secoli eterni.
Amen.