venerdì 19 gennaio 2018

Ottavario di preghiera per la conversione dei non cattolici


  • Primo giorno (18 gennaio), Cattedra di San Pietro: pregare per la conversione di tutti coloro che sono nell’errore.
  • Secondo giorno (19 gennaio): pregare per la conversione di tutti gli scismatici.
  • Terzo giorno (20 gennaio), apparizione all’ebreo Ratisbonne: pregare per la conversione dei Luterani e dei protestanti d’Europa in genere.
  • Quarto giorno (21 gennaio), Sant’Agnese: pregare per la conversione degli Anglicani.
  • Quinto giorno (22 gennaio): pregare per la conversione dei protestanti d’America.
  • Sesto giorno (23 gennaio): pregare per la conversione dei cattolici non più praticanti.
  • Settimo giorno (24 gennaio): pregare per la conversione degli Ebrei.
  • Ottavo giorno (25 gennaio), Conversione di San Paolo: pregare per la conversione degli islamici e di tutti i pagani.
Tra le preghiere tradizionalmente approvate per tale pratica, figura la seguente Coroncina per l’Unità:
Deus, in adiutorium meum intende.
Domine, ad adiuvandum me festina
.
Gloria Patri.
Sui grani del Pater recitare: “Sacro Cuore di Gesù, abbiate pietà di noi e dei nostri fratelli avvolti nelle tenebre dell’errore”.
Sui grani dell’Ave recitare: “Venga Signore Gesù il tuo Regno, nell’unità della Chiesa, per intercessione della tua Santa Madre”.
Si concluda con:
“Vergine Immacolata, Voi che per singolare privilegio di grazia foste preservata dalla colpa originale, guardate pietosa ai nostri fratelli dissidenti, che sono pure figli vostri. Non pochi di loro, benché separati, conservano un qualche culto per Voi. E Voi, generosa qual siete, ricompensateli, impetrando a loro la grazia della conversione. Vittoriosa qual siete, dell’infernale serpe, fin dal principio della vostra esistenza, rinnovate, ora che più stringe la necessità, gli antichi trionfi, glorificate il Figlio vostro, riconducendo le pecorelle smarrite all’unico ovile, sotto la guida del Pastore universale, e sia vostra gloria, o Vergine sterminatrice di tutti gli errori, aver riportato così la pace in tutto il mondo cristiano. Amen”. 
Salve Regina.
– Ut omnes errantes ad unitatem Ecclesiae revocare, et infideles universos ad Evangelii lumen perducere digneris, Te rogamus, Domine, audi nos.
– Regina Sacratissimi Rosarii, ora pro nobis.

(preso qui)

Lectio Divina - C. M. Martini


L'ascolto di Dio, da parte del cristiano, significa in concreto l'ascolto della Parola contenuta nella Bibbia.
Il contatto con questa Parola scritta porta, infatti, a una ricchezza di vita inaspettata.
A me, che leggo la Scrittura da circa cinquant'anni, essa appare ogni volta così nuova da destarmi stupore e da creare quello shock dell'intelligenza e dell'emozione che suscita il senso dei valori umani e che mette a contatto con i valori stessi di Dio.   
 

Assai opportunamente il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica Dei Verbum, ha trattato a lungo di questo tema e sintetizzo il suo insegnamento in quattro punti:
- tutti i fedeli devono avere accesso diretto alla Scrittura;
- devono leggerla frequentemente e volentieri;
- devono imparare a pregare a partire dalla lettura diretta della Bibbia;
- al fine di conoscere Cristo Gesù,
perché non lo si può conoscere al di fuori delle Scritture, e di conoscerlo in maniera eminente.   
Diceva san Girolamo, e la Costituzione conciliare lo cita: «L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo».
 
Sono allora indispensabili dei mezzi concreti con cui il cristiano riesca ad accostarsi ai testi della Scrittura, al Nuovo Testamento in modo da confrontarli realisticamente con la sua esistenza.   
Tra questi mezzi o metodi concreti, suggerisco quello patristico della lectio divina, chiamata "divina" appunto perché consiste nella lettura e nell' ascolto di un passo della Bibbia.   
 
Tale "lectio divina" comprende alcuni gradini - lectio, meditatio, oratio o contemplatio - che, per maggiore utilità, sono solito allargare a sette aggiungendone quattro: consolatio, discretio, deliberatio, actio .
 
- La lectio è il momento in cui si legge e rilegge una pagina dell'Antico o del Nuovo Testamento mettendone in rilievo gli elementi portanti.
E' un atteggiamento dinamico, è lo sforzo di cogliere, nel testo, i rilievi in modo che da "pianura" diventi un "panorama di montagna" con alcune parti in luce e altre in ombra.
Sottolineando i verbi, i soggetti, gli oggetti i vari elementi acquistano valore insospettato.
La lectio, nel quadro in cui noi la consideriamo, non è fine a se stessa ma si apre alla meditatio: va dunque fatta ogni volta per quel tanto che serve a passare oltre. Non così poco che la meditatio sia sterile e non così tanto da impedirne il dinamismo.

lunedì 15 gennaio 2018

Preghiera di Sant'Efrem


Signore e padrone della mia vita,
allontana da me lo spirito di pigrizia,

di scoraggiamento,
di dominio,

di vane parole.

Concedi a me, tuo servo,
uno spirito di castità,

di umiltà,
di pazienza e
d’amore.

Sì, Signore mio Re,
rendimi capace di vedere i miei peccati
e di non giudicare il mio fratello,
tu che sei benedetto nei secoli dei secoli.


Amen.

giovedì 21 dicembre 2017

La potenza della lode

E' periodo di regali e mi è capitato in dono di trovare, on-line, in mp3, il libro "La potenza della lode" di Merlin R. Carothers, che non posso non consigliare a chi ha bisogno di cambiare le lenti con cui osserva la vita.... da ascoltare e riascoltare, un anti-depressivo per l'anima!!!
Bisogna tenere a mente alcune premesse:
- è scritto da un pastore protestante,
- alcuni fatti raccontati possono essere ritenuti un po' "eccessivi",
ma la sostanza è gioia allo stato puro.
 
Ecco il link: QUI
 
Sull'onda dell'ascolto, stavo iniziando a ringraziare per ogni istante della mia vita, quando, all'ennesimo "Grazie, Gesù!" mi è venuta in mente S. Bernadette ed il Suo testamento spirituale:
 
“Per l’indigenza di mamma e papà per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza, per le pecore rognose : grazie, mio Dio! Bocca di troppo da sfamare che ero; per i bambini accuditi, per le pecore custodite, grazie! Grazie o mio Dio, per il Procuratore, per il Commissario, per i Gendarmi, per le dure parole di Peyremale. Per i giorni in cui siete venuta, Vergine Maria, per quelli in cui non siete venuta, non vi saprò rendere grazie altro che in Paradiso. Ma per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi, per coloro che mi hanno presa per pazza, per coloro che mi hanno presa per bugiarda, per coloro che mi hanno presa per interessata. GRAZIE, MADONNA!
Per l’ortografia che non ho mai saputa, per la memoria che non ho mai avuta, per la mia ignoranza e per la mia stupidità, grazie! Grazie, grazie, perché se ci fosse stata sulla terra una bambina più stupida di me, avreste scelto quella! Per la mia madre morta lontano, per la pena che ebbi quando mio padre, invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette, mi chiamò Suor Maria Bernarde: grazie, Gesù! Grazie per aver abbeverato di amarezza questo cuore troppo tenero che mi avete dato. Per Madre Giuseppina che mi ha proclamata: “Buona a nulla”. GRAZIE!
Per i sarcasmi della madre Maestra, la sua voce dura, le sue ingiustizie, le sue ironie, e per il pane della umiliazione, grazie! Grazie per essere stata quella cui la Madre Teresa poteva dire: “Non me ne combinate mai abbastanza”. Grazie per essere stata quella privilegiata dai rimproveri, di cui le mie sorelle dicevano: “Che fortuna non essere come Bernadette Grazie di essere stata Bernadette, minacciata di prigione perché vi avevo vista, Vergine Santa! Guardata dalla gente come bestia rara; quella Bernadette così meschina che a vederla si diceva: “Non è che questa?!”.
Per questo corpo miserando che mi avete dato, per questa malattia di fuoco e di fumo, per le mie carni in putrefazione, per le mie ossa cariate, per i miei sudori, per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti, GRAZIE MIO DIO! Per quest’anima che mi avete data, per il deserto della aridità interiore, per la vostra notte e per i vostri baleni, per i vostri silenzi e i vostri fulmini; per tutto, per Voi assente e presente, grazie! Grazie o Gesù!”.

 

martedì 12 dicembre 2017

Il valore educativo dei lavori domestici (1905) - F. W. Förster


Friedrich Wilhelm Förster

IL VALORE EDUCATIVO DEI LAVORI DOMESTICI (1905)
Il testo che segue corrisponde all’ultimo capitolo (pagg. 341-376)
dell’opera IL CRISTIANESIMO E LA LOTTA DI CLASSE
nella versione italiana, Torino STEN, 1909 (edizione originale: Zurigo 1905)

a cura dei monaci della Abbazia Nostra Signora della Trinità - Morfasso (PC) Italia

Preso da qui
 
Introduzione
 
Nel capitolo precedente ho parlato degli inconvenienti dell'attuale posizione dei servi, come pure della riforma etico-sociale necessaria nei rapporti fra i padroni di casa e i loro dipendenti.
Nessun mutamento d'indirizzo in questo campo potrà però veramente risolvere il problema del servizio domestico. Perché la più profonda ragione dell'avversione al servizio domestico ed alle sue esigenze, e del malcontento destato dalle sue mansioni, non risiede solo negli inconvenienti già accennati, ma anche nel fondamentale atteggiamento della donna di fronte ai lavori domestici in generale, e al servizio personale in particolare. L'atteggiamento della donna cólta di fronte al servizio domestico è la ragione principale per cui tale servizio è caduto assolutamente in discredito anche presso le classi.
Tale atteggiamento è strettamente connesso a tutti i concetti falsi e superficiali che noi abbiamo della cultura; ma probabilmente l'avversione al lavoro manuale, all'occuparsi delle materie prime che servono a mantenere in vita, deriva anche da tutto quanto lo spirito di questa nostra età delle macchine, e dal valore ch'essa attribuisce al lavoro tecnico ed astratto. Comunque sia, se si vuole che il servizio domestico acquisti una nuova attrattiva, che possa compensare le sue speciali gravezze, la prima e più urgente condizione è che precisamente le donne cólte si volgano di nuovo ad esso volonterose, ne riconoscano il profondo valore educativo, e lo elevino alla dignità d'un ufficio che esige una seria preparazione e l'attivo concorso di tutte le capacità umane, invece di considerarlo come un'attività manuale d'ordine inferiore, necessaria per sbrigare i lavori che non son fatti dalle macchine.
Questo mutamento d'indirizzo nella più intrinseca valutazione del lavoro domestico deve però esser fondato sopra seri motivi. Ad esporre questi motivi, ed anche a discutere il moderno concetto di “cultura”, sarà dedicato il presente capitolo. Mi propongo di dimostrare, che il lavoro domestico abbisogna non soltanto di una metodica preparazione tecnica, ma soprattutto di una nuova consacrazione ed ispirazione, e di esser messo più profondamente in rapporto coi beni spirituali, per assumere di nuovo un posto elevato nella gerarchia dei lavori, e per offrir di nuovo un compenso a tutti i particolari sacrifici ch'esso impone.
Su questa via dimostrerò poi ancora che le professioni, che si occupano delle materie prime della vita, spesso richiedono assai più spirito ed anima, e sviluppano la personalità assai meglio di certe cosiddette professioni intellettuali – supposto naturalmente che alla loro attività presieda un concetto superiore. Da queste dimostrazioni trarrò infine le conseguenze assegnando al lavoro domestico un nuovo posto nella gerarchia degli altri uffici della donna.
 
 

mercoledì 6 dicembre 2017

Gustave Thibon


«Pregherò per te».
Ho mai udito parola umana che giunga da più lontano?
Giunge dalla confluenza di Dio e dell’uomo.
Tu rispondi di me davanti a Colui che è tutto e che è anche me stesso.
La preghiera per il prossimo è come un aspetto inverso del martirio: la preghiera fa dell’uomo che prega un testimonio, la cauzione di un altro uomo davanti a Dio.
Sei più vicino a me di quanto lo sia io stesso, perché sei tra Dio e me.
Sei come un baluardo innalzato contro la sua giustizia e un varco aperto sul suo amore.
Nel cuore della dolce e mortale lotta tra l’uomo e la sua fonte, tu combatti al mio posto.
Il tuo amore temerario si è infiltrato nella scissura stessa che mi separa dal centro, nel vuoto scavato dalla mia ribellione e dalla mia viltà.
Tra quali pietre hai posto la tua anima!
Sembri volgermi il dorso e invece il tuo volto è esposto, per me, ai colpi diretti, ai richiami dell’ignoto; non mi parli, ma parli di me al silenzio.
Pregare per qualcuno è come aderire, al tempo stesso, a Dio e all’uomo, è come realizzare il perfetto equilibrio tra questi due amori.


mercoledì 29 novembre 2017

Novena all'Immacolata Concezione

 
 
 
 
I - Eterno divin Padre, io vi adoro profondamente, e con tutto il mio cuore vi ringrazio per quella somma potenza con cui avete preservata Maria Vergine, vostra dilettissima Figlia, dal peccato originale.
Un Pater e 4 Ave e un Gloria, dicendo al principio di ciascuna Ave: “O Maria, concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a voi”.
 
 
II - Eterno divin Figlio, io vi adoro profondamente, e con tutto il mio cuore vi ringrazio per quella infinita sapienza con cui avete preservata Maria Vergine, Vostra vera e dolcissima Madre, dalla colpa originale.
  
Un Pater e 4 Ave e un Gloria, dicendo al principio di ciascuna Ave: “O Maria, concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a voi”.
 
 
III - Eterno divino Spirito, io vi adoro profondamente, e con tutto il mio cuore vi ringrazio per quell’immenso amore con cui avete preservata Maria Vergine, vostra purissima Sposa, dalla colpa originale.
  
Un Pater e 4 Ave e un Gloria, dicendo al principio di ciascuna Ave: “O Maria, concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a voi”.
 
S.S. Trinità, io vi adoro profondamente, e con tutto il mio cuore vi ringrazio del singolare privilegio concesso alla benedetta e gloriosa Sant’Anna, l’unica fra tutte le Madri, umanamente feconde, che abbiano dato alla luce una prole del tutto esente dalla colpa d’origine.
 
Tre Gloria.
 
Tota pulchra es, Maria.
Et macula originalis non est in Te.
Tu gloria Ierusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, O Maria.
Virgo prudentissima.
Mater clementissima.
Ora pro nobis.
Intercede pro nobis.
Ad Dominum Iesum Christum.
 
   V. Ora pro nobis, Virgo immaculáta.
   R. Ut digni efficiámur promissiónibus Christi.
 
Orémus
Deus, qui per Immaculátam Vírginis Conceptiónem dignum Fílio tuo habitáculum preparásti; quaesumus: ut, qui ex morte eiúsdem Fílii tui prævísa, eam ab omni labe præservásti, nos quoque mundos eius intercessióne ad te perveníre concédas. Per eúmdem Dóminum nostrum Iesum Christum Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saecula sæculórum.
 
Amen.
 
 
(dal 29 novembre al 7 dicembre, preso qui)

lunedì 27 novembre 2017

San Charbel Makhlouf e la Sua coroncina

Oggi è per me un giorno speciale, un compleanno nella vita spirituale.
E, ringraziando la Ss Vergine Maria, nel giorno della consegna della Medaglia Miracolosa, mi sono accostata alla statua di San Giuseppe, che saluto quasi ogni giorno, con il bambino Gesù in braccio.
Oggi, per la prima volta, portava nella mano - e sembrava me la porgesse -, la coroncina di San Charbel.
Non credo nelle coincidenze, l'invisibile usa il visibile per operare in questa parte della creazione ... per cui, mi sono detta, oggi approfondisco la Sua vita ed imploro la Sua intercessione.


Alcuni suoi messaggi (presi qui)

Il Signore ha creato ogni essere umano affinché risplenda, per illuminare il mondo; voi siete la luce del mondo. Ogni essere umano è una lanterna destinata a risplendere; il Signore ha provveduto che ogni lanterna disponga di vetri chiari e trasparenti, per permettere a questa luce di risplendere e di illuminare il mondo; ma la gente si cura del vetro, dimenticandosi della luce; si interessa dell'aspetto del vetro, lo colora e lo decora, finché esso diventa torbido, opaco, impedendo così alla luce di risplendere e di conseguenza il mondo è sprofondato nell'ignoranza. Il Signore vuole illuminare il mondo. I vostri vetri devono ridiventare trasparenti. Dovreste realizzare il proposito per il quale siete nati in questo mondo.