giovedì 3 agosto 2017

Il Santo Rosario, preghiera liturgica



1) Cosa si intende per preghiera liturgica

Tra le varie forme di preghiera, quella liturgica ha un’importanza centrale nella vita cristiana. Perché? Cos’è la liturgia?
Contrariamente a quello che può sembrare in superficie, la liturgia non è semplice rito, o semplice memoria collettiva fatta di formule.
E’ importante capire che la liturgia (Santa Messa, celebrazione dei Sacramenti, ...), più che azione dell’uomo, è azione di Dio.
Infatti, non solo è stata istituita da Cristo stesso, nella sua vita terrena, tramite gesti e parole che ne sono diventati i segni vivificanti, ma è tuttora celebrata da Lui.
Cristo ne è eternamente il celebrante.
Il Concilio Vaticano II, nello splendido documento Sacrosanctum Concilium, definisce perciò la Liturgia “azione sacra per eccellenza”, e aggiunge: “Nessun’altra azione della Chiesa, allo stesso titolo ed allo stesso grado, ne eguaglia l’efficacia” (SC 7).
Questo perché ogni azione liturgica è direttamente “opera di Cristo sacerdote”.

Nella liturgia “Cristo associa sempre a Sé la Chiesa, sua sposa amatissima”, e grazie a questo “gli uomini vengono santificati” (SC 7).
Ecco perché la liturgia non è paragonabile con altre forme di preghiera (come quella personale), pure importanti: perché la liturgia ha un’efficacia sua, un’efficacia divina, è santificante. Potremmo dire che la liturgia ha corpo e anima, proprio come un essere vivente.
Ha un corpo fatto di materia, riti, formule, gesti, ed un’anima che è lo Spirito Santo stesso in azione, che vivifica tutta quanta la liturgia, operando la trasformazione dell’uomo.
Questo insieme di segni visibili e realtà invisibili costituisce il Corpo Mistico di Gesù Cristo che tramite la Chiesa ancora vive ed opera sulla terra.
La liturgia è dunque continuazione della missione di Gesù. Attraverso gli apostoli ed i loro successori viene perpetuato quel “fate questo in memoria di Me”, che la Chiesa fedelmente attualizza ancora oggi: la liturgia è, di fatto, la messa in pratica di tutta la sua teologia.
Attraverso i secoli la liturgia si riveste dei tesori dell’esperienza umana, si colora dei codici e dei linguaggi dell’arte, si arricchisce degli apporti delle diverse culture, perché la liturgia è da sempre composta da parti invariabili (l’iniziativa di Dio) e parti variabili (il contributo dell’uomo).
In questo intreccio nuziale, i misteri liturgici realizzano costantemente la fusione tra il Cielo e la Terra, donandoci sia la comunione perfetta fra noi, sia quella con la Chiesa trionfante del Paradiso.
La nostra liturgia è del resto impronta di quella liturgia celeste con cui i beati rendono gloria a Dio (CCC 1137).
E già ora, “nella Liturgia terrena noi partecipiamo, pregustandola, a quella celeste, ...verso la quale tendiamo come pellegrini” (LG 50).
In questo scambio vitale ogni iniziativa viene da Dio: è Dio che si china all’uomo e lo eleva.
La Sua discesa (Katàbasi) provoca la nostra ascesa (anàbasi).
Prima che l’uomo compia qualcosa per Dio, è dunque Dio che compie qualcosa per l’uomo.
Noi possiamo celebrare con Cristo, per Cristo e in Cristo, perché Cristo ha operato con l’uomo, per l’uomo e nell’uomo.
Le Sacre Letture, parte integrante della liturgia, ogni volta ci ricordano appunto questo: siamo salvati dalla opus Dei, l’opera di Dio compiuta sulla Terra e che prosegue nell’actio sacra della Liturgia.
L’intero ciclo liturgico ha per centro il Mistero Pasquale, col quale l’Opera di Salvezza giunge a compimento.
L’anno liturgico riattualizza sempre l’incarnazione, la passione e la redenzione di Cristo, con un movimento apparentemente circolare (ripetitivo), ma in realtà “a spirale”, cioè tendente verso l’incontro ultimo della storia col suo Redentore (Parusia), cui la liturgia escatologicamente ci prepara.
Per questo il Concilio definì la liturgia culmen et fons, “il culmine al quale tende l’azione della Chiesa, e nello stesso tempo la fonte da cui scaturisce tutta la sua virtù” (SC 10).
E al centro di questa azione sacra si staglia come un Sole la divina Eucaristia, non solo nella celebrazione dei Sacri Misteri, ma anche come punto di convergenza degli spazi liturgici, del luogo sacro che è la chiesa, ove il Santo Tabernacolo appare non come semplice “riserva eucaristica”, ma come presenza viva di quel Cristo che ancora opera i prodigi della sua salvezza fra noi.

(preso qui)
 
 
2) il Santo Rosario come preghiera liturgica
 
Suor Lucia di Fatima scrisse che il Rosario diverrà preghiera liturgica, lo dichiarò nella sua lettera del 16 settembre 1970 a Madre Maria Josè Martins (compagna di Lucia al noviziato):
 
“La preghiera del Rosario, o di una terza parte di esso è, dopo la Sacra Liturgia Eucaristica, quella che più ci unisce con Dio per la ricchezza delle preghiere di cui si compone, tutte venute dal Cielo, suggerite dal Padre, attraverso il Figlio e attraverso lo Spirito Santo:
A) Il “Gloria” che recitiamo ad ogni mistero fu suggerito dal Padre agli Angeli, quando li inviò a cantarlo vicino al suo Verbo neonato, ed è un Inno alla Santissima Trinità.
B) Il “Padre Nostro” ci è stato insegnato dal Figlio ed è una preghiera diretta al Padre.
C) L’“Ave Maria” è tutta impegnata di senso Trinitario ed Eucaristico: le prime parole furono suggerite dal Padre all’Angelo, quando l’inviò ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Verbo: “Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te“.
Sei piena di grazia, perché in Te risiede la Fonte della grazia stessa;
e poi la Tua unione alla Santissima Trinità che Tu sei piena di grazia.
Mossa dallo Spirito Santo, Santa Elisabetta disse: “Benedetta Tu fra le donne e benedetto è il frutto del Tuo seno Gesù“.
La Chiesa, pure mossa dallo Spirito Santo, ha aggiunto: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, ora e nell’ora della nostra morte“. 
Anche questa è una preghiera diretta a Dio, attraverso Maria: “Perchè sei la Madre di Dio, prega per noi.“
E’ preghiera Trinitaria, certo, perché Maria fu il Primo Tempio Vivo della Santissima Trinità… Maria Santissima è il primo Tabernacolo Vivo, dove il Padre ha racchiuso il Suo Verbo.
l Suo Cuore Immacolato è la prima custodia che lo ha difeso, il Suo grembo e le Sue braccia furono il primo altare e il primo trono su cui il Figlio di Dio fatto uomo fu adorato, li adorarono gli Angeli, i pastori e i sapienti della terra.
Maria è il primo “sacerdote” che ha preso tra le Sue mani pure e immacolate il Figlio di Dio, Lo ha condotto al tempio per offrirlo al Padre come Vittima per la salvezza del mondo.
Così il Santo  Rosario è, dopo la Sacra Liturgia Eucaristica, la preghiera che più ci riporta allo Spirito i Misteri della fede, della speranza e della carità… Il semplice ricordo dei Misteri ad ogni decade è un altro raggio di luce che sostiene nelle anime il lucignolo ancora fiammeggiante.
Perciò il demonio gli ha fatto guerra!
Il peggio è che è riuscito ad illudere e ad ingannare anime piene di responsabilità per la carica che occupano!
Sono ciechi che guidano altri ciechi! (Mt 15 , 13)…
E vogliono appoggiarsi al Concilio e non vedono che il Sacro Concilio ha ordinato che siano conservate tutte le pratiche che nel corso degli anni sono state fatte in onore dell’Immacolata Vergine Madre di Dio e che la recita del Santo Rosario, o di una terza parte, è una delle principali a cui, tenendo conto di quello che è ordinato dal sacro Concilio e dal Sommo Pontefice, siamo obbligati, cioè dobbiamo conservare… Io ho una grande speranza che non è lontano il giorno in cui la preghiera del Santo Rosario e la sua terza parte sarà dichiarata preghiera liturgica, si perché essa, tutta intera, appartiene alla Sacra Liturgia Eucaristica. Preghiamo, lavoriamo, sacrifichiamoci, abbiamo fiducia che “alla fine, il Mio Cuore Immacolato, trionferà“.
(Dal libro: “Lucia racconta Fatima”, Ed.Queriniana, 1977, pp. 168-169 )
 
3. Alcuni consigli sul modo corretto di pregarlo
 
Il Santo Rosario, nella sua forma attuale, fu ispirato dalla Madonna a San Domenico.
Il Santo era impegnato per la conversione degli eretici Albigiesi, ed era molto afflitto per il comportamento di tanti cristiani. Si era ritirato in preghiera e penitenza in un luogo solitario presso Tolosa in Francia.
La Madonna gli apparve e gli disse: “Conosci, figlio Mio, il mezzo di cui la Santissima Trinità si servì per salvare il mondo? Questo mezzo è stato il saluto che Mi rivolse l’Angelo: l’Ave Maria. Anche tu serviti di esso per ricondurre a Dio i peccatori” (Dal libro: “Fatima, Santo Rosario e devozione al Cuore Immacolato di Maria “- Piccolo apostolato mariano, Carpena – Forlì, pag.56).
Coloro che recitano il Rosario devono immergersi nella contemplazione dei Misteri.  
Questa meditazione è l’anima del Rosario, che, senza di essa, sarebbe come un corpo privo di vita.
Si faccia anche attenzione a due difetti comuni a coloro che pregano il Rosario.
a.    Spesso lo si recita senza sapere il motivo per cui lo si dice. E’ necessario invece chiedere, con la recita della Corona, qualche grazia particolare.
b.    Quando poi si inizia a pregare il Rosario, capita spesso di volerlo terminare al più presto, pur di togliersi l’impegno. Così lo si recita con una precipitazione incredibile.
Non fa meraviglia che una simile preghiera resti senza frutto, e di ritrovarsi sempre gli stessi, anche dopo aver recitato mille o diecimila Rosari.
Non c’è nulla che Dio non conceda alle anime devote del Santo Rosario e non vi è problema personale, politico, internazionale, sociale che non possa venire risolto con la Corona in mano, persino le guerre possono essere fermate con la pratica di quella che alcuni Santi hanno definito una sinfonia dolcissima, un canto infinito alla Mamma del Cielo.
E’una preghiera semplice, ma che racchiude la sintesi della fede cattolica.
E’ l’orazione più facile e più gradita alla Madonna e la sua efficace potenza è racchiusa nel sentimento di umiltà di chi la recita, perchè è rivolta a Maria che è la Mediatrice di tutte le grazie, la più umile di tutte le donne.
Il Rosario quotidiano con la meditazione dei Misteri distrugge il peccato, la tentazione, sconfigge le potenze infernali più agguerrite e distrugge il demonio che non può resistere davanti a coloro che implorano Colei che egli odia senza fine, coLei che ha vinto ogni male con l’umiltà e l’amore!
 
 (preso qui)
 

 
 

 

 

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