mercoledì 24 maggio 2017

Sono una peccatrice


….. non tener conto di una realtà dimenticata, tolta la quale tutto il castello del dogma cattolico crolla miseramente: mi riferisco al dramma del peccato originale, che ha inferto una ferita nella natura dell’uomo (uomo nel senso di umanità: il peccato originale ce l’hanno anche le donne).
Anzi, le ferite sono quattro: l’uomo non è naturalmente buono, ma naturalmente cattivo (lascio a chi vuole di credere alla storiella roussoniana del buon selvaggio; io preferisco attenermi alla storia di Adamo ed Eva).
L’uomo è ignorante: la sua intelligenza è destituita dall’ordinamento naturale alla Verità, per cui si trova in una sorta di accecamento intellettuale che gli fa abbracciare l’errore molto più facilmente della verità (vulnus ignorantiae);
l’uomo è malizioso: la sua volontà invece di ricercare il Vero Bene insegue beni apparenti e fallaci (vulnus malitiae);
l’uomo è debole: alla disposizione ad affrontare le cose ardue si è sostituita una debolezza che fa andare sempre al più facile (vulnus infirmitatis);
l’uomo è attratto dalla dilettazione sensibile: i sensi, invece di essere sottomessi docilmente alla ragione, ricercano il piacere anche oltre i limiti dettati dalla ragione stessa (vulnus concupiscientiae).
Rimedio a queste quattro ferite sono la pratica costante delle quattro virtù cardinali di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.
Ma la medicina suprema è la Grazia di Nostro Signore Gesù Cristo, cooperando alla quale i poveri figli di Eva possono sperare di diventare un tantinello migliori e forse anche dei santi: sissignori, i santi sono fatti della nostra stessa pasta. Però, con l’aiuto di Dio, hanno pedalato costantemente in salita. Ma tutto questo chi lo dice ancora, chi lo predica ancora?
 
(preso qui)

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