venerdì 4 maggio 2012

Quale amore?

Su quella croce avrei dovuto esserci io.

Inchiodata alle mie responsabilità, 
alle mie decisioni sbagliate, ai miei errori, alle mie cattiverie, al mio crescere storta, 
diversa da quello che avrei potuto essere.
Su quella croce avrei dovuto esserci io, per l'eternità.
E, spero di no, ma potrebbe essere il mio destino.

Perché nulla è così scontato, e le occasioni di inciampo così numerose, 
le distrazioni così repentine, il rumore così assordante.
E' veramente questione di risveglio, forzato, difficile, doloroso, faticoso, 
ma io, personalmente, lo sento necessario.
Perché non posso pensare di essere così "in mano al nemico"
da oscurarmi, incattivirmi, "dividermi",
per una contrarietà, per una piccola invidia, 
per una mancata approvazione, per un orgoglio sbagliato.
Perché è stupido. Molto stupido.
Perché è una tentazione, e io ci casco prima ancora di rifletterci.
C'è bisogno che mi impegni. 
Reputo sempre più vero il detto: Aiutati che Dio ti aiuta.
Eh già.... se prima non mi aiuto io, cosa può fare il mio Dio gentile e innamorato della mia libertà?
E mi trovo ancora una volta disorientata di fronte a tanto amore, 
che intuisco, che percepisco, che ammiro, 
Amore di un Dio che, per riparare alla Giustizia richiesta dai miei peccati, 
si è fatto inchiodare su quella croce al posto mio.
E cammino, nelle mie giornate, pensando a questo.
E, di fronte alle mie continue cadute, piango per la mia stupidità 
e per il dolore di tutte quelle torture subite per garantirmi l'opzione della libertà.
Tu sei il mio Dio e a te voglio e debbo rendere grazie.
Tu sei il mio Dio, perdonami.

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