giovedì 21 dicembre 2017

La potenza della lode

E' periodo di regali e mi è capitato in dono di trovare, on-line, in mp3, il libro "La potenza della lode" di Merlin R. Carothers, che non posso non consigliare a chi ha bisogno di cambiare le lenti con cui osserva la vita.... da ascoltare e riascoltare, un anti-depressivo per l'anima!!!
Bisogna tenere a mente alcune premesse:
- è scritto da un pastore protestante,
- alcuni fatti raccontati possono essere ritenuti un po' "eccessivi",
ma la sostanza è gioia allo stato puro.
 
Ecco il link: QUI
 
Sull'onda dell'ascolto, stavo iniziando a ringraziare per ogni istante della mia vita, quando, all'ennesimo "Grazie, Gesù!" mi è venuta in mente S. Bernadette ed il Suo testamento spirituale:
 
“Per l’indigenza di mamma e papà per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza, per le pecore rognose : grazie, mio Dio! Bocca di troppo da sfamare che ero; per i bambini accuditi, per le pecore custodite, grazie! Grazie o mio Dio, per il Procuratore, per il Commissario, per i Gendarmi, per le dure parole di Peyremale. Per i giorni in cui siete venuta, Vergine Maria, per quelli in cui non siete venuta, non vi saprò rendere grazie altro che in Paradiso. Ma per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi, per coloro che mi hanno presa per pazza, per coloro che mi hanno presa per bugiarda, per coloro che mi hanno presa per interessata. GRAZIE, MADONNA!
Per l’ortografia che non ho mai saputa, per la memoria che non ho mai avuta, per la mia ignoranza e per la mia stupidità, grazie! Grazie, grazie, perché se ci fosse stata sulla terra una bambina più stupida di me, avreste scelto quella! Per la mia madre morta lontano, per la pena che ebbi quando mio padre, invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette, mi chiamò Suor Maria Bernarde: grazie, Gesù! Grazie per aver abbeverato di amarezza questo cuore troppo tenero che mi avete dato. Per Madre Giuseppina che mi ha proclamata: “Buona a nulla”. GRAZIE!
Per i sarcasmi della madre Maestra, la sua voce dura, le sue ingiustizie, le sue ironie, e per il pane della umiliazione, grazie! Grazie per essere stata quella cui la Madre Teresa poteva dire: “Non me ne combinate mai abbastanza”. Grazie per essere stata quella privilegiata dai rimproveri, di cui le mie sorelle dicevano: “Che fortuna non essere come Bernadette Grazie di essere stata Bernadette, minacciata di prigione perché vi avevo vista, Vergine Santa! Guardata dalla gente come bestia rara; quella Bernadette così meschina che a vederla si diceva: “Non è che questa?!”.
Per questo corpo miserando che mi avete dato, per questa malattia di fuoco e di fumo, per le mie carni in putrefazione, per le mie ossa cariate, per i miei sudori, per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti, GRAZIE MIO DIO! Per quest’anima che mi avete data, per il deserto della aridità interiore, per la vostra notte e per i vostri baleni, per i vostri silenzi e i vostri fulmini; per tutto, per Voi assente e presente, grazie! Grazie o Gesù!”.

 

martedì 12 dicembre 2017

Il valore educativo dei lavori domestici (1905) - F. W. Förster


Friedrich Wilhelm Förster

IL VALORE EDUCATIVO DEI LAVORI DOMESTICI (1905)
Il testo che segue corrisponde all’ultimo capitolo (pagg. 341-376)
dell’opera IL CRISTIANESIMO E LA LOTTA DI CLASSE
nella versione italiana, Torino STEN, 1909 (edizione originale: Zurigo 1905)

a cura dei monaci della Abbazia Nostra Signora della Trinità - Morfasso (PC) Italia

Preso da qui
 
Introduzione
 
Nel capitolo precedente ho parlato degli inconvenienti dell'attuale posizione dei servi, come pure della riforma etico-sociale necessaria nei rapporti fra i padroni di casa e i loro dipendenti.
Nessun mutamento d'indirizzo in questo campo potrà però veramente risolvere il problema del servizio domestico. Perché la più profonda ragione dell'avversione al servizio domestico ed alle sue esigenze, e del malcontento destato dalle sue mansioni, non risiede solo negli inconvenienti già accennati, ma anche nel fondamentale atteggiamento della donna di fronte ai lavori domestici in generale, e al servizio personale in particolare. L'atteggiamento della donna cólta di fronte al servizio domestico è la ragione principale per cui tale servizio è caduto assolutamente in discredito anche presso le classi.
Tale atteggiamento è strettamente connesso a tutti i concetti falsi e superficiali che noi abbiamo della cultura; ma probabilmente l'avversione al lavoro manuale, all'occuparsi delle materie prime che servono a mantenere in vita, deriva anche da tutto quanto lo spirito di questa nostra età delle macchine, e dal valore ch'essa attribuisce al lavoro tecnico ed astratto. Comunque sia, se si vuole che il servizio domestico acquisti una nuova attrattiva, che possa compensare le sue speciali gravezze, la prima e più urgente condizione è che precisamente le donne cólte si volgano di nuovo ad esso volonterose, ne riconoscano il profondo valore educativo, e lo elevino alla dignità d'un ufficio che esige una seria preparazione e l'attivo concorso di tutte le capacità umane, invece di considerarlo come un'attività manuale d'ordine inferiore, necessaria per sbrigare i lavori che non son fatti dalle macchine.
Questo mutamento d'indirizzo nella più intrinseca valutazione del lavoro domestico deve però esser fondato sopra seri motivi. Ad esporre questi motivi, ed anche a discutere il moderno concetto di “cultura”, sarà dedicato il presente capitolo. Mi propongo di dimostrare, che il lavoro domestico abbisogna non soltanto di una metodica preparazione tecnica, ma soprattutto di una nuova consacrazione ed ispirazione, e di esser messo più profondamente in rapporto coi beni spirituali, per assumere di nuovo un posto elevato nella gerarchia dei lavori, e per offrir di nuovo un compenso a tutti i particolari sacrifici ch'esso impone.
Su questa via dimostrerò poi ancora che le professioni, che si occupano delle materie prime della vita, spesso richiedono assai più spirito ed anima, e sviluppano la personalità assai meglio di certe cosiddette professioni intellettuali – supposto naturalmente che alla loro attività presieda un concetto superiore. Da queste dimostrazioni trarrò infine le conseguenze assegnando al lavoro domestico un nuovo posto nella gerarchia degli altri uffici della donna.
 
 

mercoledì 6 dicembre 2017

Gustave Thibon


«Pregherò per te».
Ho mai udito parola umana che giunga da più lontano?
Giunge dalla confluenza di Dio e dell’uomo.
Tu rispondi di me davanti a Colui che è tutto e che è anche me stesso.
La preghiera per il prossimo è come un aspetto inverso del martirio: la preghiera fa dell’uomo che prega un testimonio, la cauzione di un altro uomo davanti a Dio.
Sei più vicino a me di quanto lo sia io stesso, perché sei tra Dio e me.
Sei come un baluardo innalzato contro la sua giustizia e un varco aperto sul suo amore.
Nel cuore della dolce e mortale lotta tra l’uomo e la sua fonte, tu combatti al mio posto.
Il tuo amore temerario si è infiltrato nella scissura stessa che mi separa dal centro, nel vuoto scavato dalla mia ribellione e dalla mia viltà.
Tra quali pietre hai posto la tua anima!
Sembri volgermi il dorso e invece il tuo volto è esposto, per me, ai colpi diretti, ai richiami dell’ignoto; non mi parli, ma parli di me al silenzio.
Pregare per qualcuno è come aderire, al tempo stesso, a Dio e all’uomo, è come realizzare il perfetto equilibrio tra questi due amori.