La mortificazione non e' una privazione, ma l'espressione di una scelta.
Tutto e' lecito, ma non tutto giova a me ed al mio destino ultimo: la salvezza della mia anima nella conoscenza della mia sorgente, il Dio Altissimo.
Per ogni cosa, il discernimento a partire dalla mia condizione attuale e dal mio obiettivo, quale scelta mi avvicina di piu'?...
A naso, guardando la Croce del mio Signore, direi tutto cio' che mi piace e mi solletica e' da guardare con sospetto... Anche in un'ottica di crescita personale non fa una grinza: l'apprendimento, l'attenzione, la consapevolezza si attiva quando esco dalla mia zona di comfort, dalla mia zona di comodita', dalla mia zona di disattenzione, dalla mia zona da pilota automatico.
Basta vedere quando mi capita di passare fuori il we... Anche dormissi in un letto posto a 1 km da dove e' il mio, la vita assume un sapore completamente diverso, l'attenzione e' a mille, la vita pare piu' densa....
Quindi mortificare non e' provarsi di cio' che piace, ma allenarsi ad essere esploratori del piu' bello, di cio' che mi puo' piacere di piu' di quanto gia' conosco.
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