Signore,
Ci
sono uomini che hanno la fortuna di sentirti spesso parlare
E
di vederti intervenire a proposito di tutto e di niente
Ti
descrivono come ciarliero
Ti
descrivono come uno che agisce provvidenzialmente dappertutto.
Ti
considerano come la “divina provvidenza” che tappa ogni nostro
buco.
E
che farà miracoli là dove noi abbiamo incrociato le braccia;
che
porterà la pace dove noi abbiamo venduto i nostri cannoni
e
darà il pane che noi non abbiamo donato.
Io
però ti trovo piuttosto discreto e questo mi rassicura, Signore.
Non
sopporto le madri-chiocce e i padri inquieti
che
covano e soffocano i figli, volendo proteggerli.
Ancor
meno gradirei sentirmi una marionetta,
della
quale tiri i fili, nell’ombra, in segreto.
Una
sottomissione da schiavo, da esecutore cieco,
sarebbe
indegna di te e indegna di me.
Adoro
la tua onnipotenza come potenza d’amore.
E
credo che quest’amore non aliena l’uomo, ma lo costruisce e lo
libera.
Grazie,
Signore, d’avermi creato e chiamato a diventare un figlio
che
collabora, liberamente, al tuo disegno di bontà.
Nella
novità di ogni mattina e nella sosta di ogni sera,
amo
il nostro silenzioso appuntamento,
quello
della nostra amorosa collaborazione, della nostra rispettosa
complicità.
Mattino
e sera tu mi precedi, tu sei sempre il primo,
tu
visiti il giardino interiore del mio cuore, brezza leggera, chiarore
fuggitivo.
In
ginocchio o seduto sulla riva del tempo che passa,
aspetto
tutto da te, aspetti tutto da me.
Così,
avvolto dalla tua invisibile presenza,.
Mi
lascio amare e plasmare a misura del tuo amore.
Come
è bello, Signore, essere qui, tutti e due,
per
riposarci e lavorare insieme.
Perché
nulla è più gratuito e insieme più attivo dell’amore.
Che
momento meraviglioso! Che segreta grande attività!
Forse
è la più grande di tutta la mia giornata!
So
che tu lavori incessantemente, ma non vuoi far niente senza di me.
E
apprezzo molto, Signore, questa delicatezza.
Voglio
lasciarti essere Dio, fare il tuo mestiere di Dio,
così
che io possa essere un uomo e fare il mio mestiere di uomo.
Che
io possa dire sì alla tua parola, alla tua vita,
ai
tuoi doni e al tuo Spirito.
Che
io possa dire sì alla tua azione in me e, attraverso me, alla tua
azione nel mondo.
Chi
agisce Signore, tu o io? Il tuo amore o la mia libertà?
“ Tutti
e due, figlio mio!
Perché
il luogo nel quale più amo creare, rivelarmi e lavorare,
è
il santuario del tuo cuore e della tua coscienza vigile.
La
storia degli uomini la faremo insieme.
E’
il bel rischio del mio amore, è il bel rischio della tua libertà”
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